Alcuni
esempi di approcci Ericksoniani alla terapia
Prima di iniziare con alcuni esempi occorre
tener presente che l'approccio Ericksoniano a differenza di altri approcci
terapeutici lavora sempre con l'ipnosi anche quando la terapia è apparentemente
non ipnotica.
Alcuni fenomeni presenti nelle trance medie e profonde sono riscontrabili
anche nella "comune trance quotidiana" così come l'istaurazione di
quel particolare sincronismo interattivo denominato rapport. |
Alcuni pincipi base di questa forma di approccio
sono:
1. Non è necessario rendere cosciente l'inconscio
2. Utilizzate in modo creativo ciò che c'è già, create nuove connessioni,
nuovi isomorfismi
3. Non è necessario che la suggestione sia diretta
4. Cominciate da poco e da vicino e poi create un campo affermativo positivo
5. L'approccio naturale è sempre il migliore
6. Create un effetto pratico e comportamentale nella vita del cliente
7. Superate le limitazioni apprese attraverso la ristrutturazione
8. Utilizzate la dissociazione
1. Non è necessario rendere cosciente l'inconscio
Erickson diceva: "Dobbiamo occuparci della mente inconscia, effettuare
a quel livello la terapia e poi trasferirla alla mente conscia." (p. 100
- Opere Vol IV)
A questo proposito si potrebbe aprire tutto un capitolo sull'utilizzo
dell'amnesia nella terapia Ericksoniana.
L'utilizzo dell'amnesia consentiva a Erickson di aggirare le limitazioni
apprese e quindi riorganizzare il mondo psichico del paziente nel modo
più ecologico possibile per poi far emergere naturalmente e spontaneamente il cambiamento in un modo accettabile per la mente conscia.
Erickson poteva dare delle prescrizioni terapeutiche mentre il cliente
era in trance alla stregua di comandi post-ipnotici, poi induceva
un'amnesia per proteggere le suggestioni. Uno stato di trance di questo
tipo poteva essere indotto anche tramite la conversazione, per esempio
tramite un discorso lungo, vago e generico sempre più frequentemente inframmezzato
con suggestioni di stanchezza e sonnolenza.
L'amnesia poteva essere indotta anche tramite
metodi naturali quindi non direttamente e tramite commenti casuali del
tipo: "Lei ha sentito tutto quello che ho detto perché è qui nello studio,
e se lo ricorda qui anche se una parte di lei potrebbe pensare di non
poter dimenticare ma solo perché è seduta qui in questa stanza e quindi
non è necessario che non avvenga tutto subito".
Erickson studiando le varie forme di amnesia spontanee in stato di veglia
aveva riconosciuto gli eventi che scatenavano naturalmente queste amnesie
e quindi poteva riprodurle indirettamente.
Una amnesia spontanea può essere prodotta per distrazione dell'attenzione,
per interruzione dei nessi associativi in corso o per continuazione e
riaggancio a un flusso di pensieri precendenti.
Il primo caso si verifica quando una persona si presenta e stringe la mano all'interlocutore
per poi dimenticarne il nome. Ciò accade perché l'attenzione è distratta
dal compito piuttosto coinvolgente della presentazione.
Il secondo caso accade quando veniamo interrotti dal nostro discorso con
argomenti non correlati. Ciò interrompe il flusso dei nostri pensieri
e ci fa perdere il filo. Il nesso associativo può anche essere un'ancora
ambientale. Per esempio quando usciamo dalla stanza in cui ci è sorta
un'idea per attuarla e poi strada facendo ce ne scordiamo...
L'amnesia è facilmente strutturabile se ci rendiamo conto di quanto
le informazioni siano stato dipendenti. Col termine stato dipendenti si intende
informazioni dipendenti dalla fisiologia e dal contesto:
"Recentemente alcuni ricercatori hanno fatto imparare a memoria delle
filastrocche senza senso a 48 soggetti volontari in stato di ubriachezza.
Quand'erano lucidi ricordavano con molta difficoltà ciò che avevano
imparato, mentre quando erano nuovamente ubriachi lo ricordavano assai
meglio. [...] Dalla natura legata allo stato dell'esperienza, e dal
fatto che vi sia amnesia tra lo stato di normale esperienza quotidiana
e tutti gli altri stati di iper- e ipoeccitamento, consegue che il
cosidetto 'subconscio' altro non è che quest'amnesia chiamata in altro
modo. Pertanto, invece di postulare un solo subcoscio, penso che vi
siano tanti strati di autoconsapevolezza" (p. 102 - Opere Vol. III).
In effetti accade che ci sia una continuità di ricordo tra una trance
e l'altra o tra una notte di sogni e l'altra così come tra uno stato
di veglia e l'altro e un'amnesia fra questi stati di consapevolezza.
Tramite l'ipnosi inoltre è possibile risalire a vari tipi di memorie
dissociate come i ricordi traumatici o le memorie coorporee. In genere
per rievocare questo tipo di memorie che non fanno parte della memoria
dichiarativa si chiede al soggetto di concentrarsi su una sensazione
e risalire al primo momento in cui si è verificata (cercando quindi di aggirare la rammemorazione linguistica tramite un'ancora cenestesica). |
Potremmo considerare l'amnesia spontanea da
trance come l'effetto di una interruzione dello stato di consapevolezza
normale e quindi dei suoi nessi associativi. La dissociazione infatti
non è altro che l'interruzione o la mancanza di nessi associativi. Le
informazioni che non si integrano nella coscienza di veglia rimangono
dissociate.
Per esempio al risveglio dal sonno con il ritorno alla consapevolezza
normale entro breve si spezzano i legami associativi e spesso ci dimentichiamo
ciò che abbiamo sognato se non lo scriviamo subito o se non ci ripensiamo
durante lo stato ipnagogico (la fase tra il sonno e il risveglio).
Anche subito dopo la trance succede qualcosa di simile: "Erickson si attiene
alla prassi di non parlare al paziente che si è appena risvegliato dalla
trance di quanto è accaduto in tale stato. Lo stato di trance persiste
per qualche istante dop il risveglio e le domande rivolte ai soggetti
in questo periodo consentono spesso la completa rammemorazione. Erickson
tipicamente intrattiene per qualche momento il paziente che è appena uscito
di trance in conversazioni casuali, aneddoti, storielle paradossali lontanissime
dall'esperienza ipnotica, per provocare un'amnesia per distrazione. Oppure
a volte lo 'caccia' dallo studio per evitare di parlare della trance.
Lo distrae e fa tutto il possibile per rendere la situazione da veglia
completamente diversa da quella di trance e provocare così l'amnesia."
(pp. 86-87 - Opere Vol. III)
A volte faceva qualcosa di più complicato tramite la tecnica dell'amnesia
strutturata. L'amnesia strutturata crea una serie di nessi associativi
prima della trance che vengono in seguito ripresi alla conclusione della
trance per dare una amnesia di tutto ciò che è accaduto "nel mezzo".
Il nesso associativo può anche essere ambientale e comportamentale
(si riprende a fare ciò che si stava facendo un attimo prima di indurre
la trance). |
I comandi post-ipnotici sono un chiaro esempio
di dissociazione fra memoria procedurale e memoria dichiarativa a partire
da una ingiunzione paradossale: "Fai ciò che ti dico ma dimentica l'ordine".
Il soggetto sarà quindi in grado di fare quanto ordinato ma senza spiegarsi
il perché.
2. Utilizzate in modo creativo ciò
che c'è già, create nuove connessioni, nuovi isomorfismi.
In effetti è da questo tipo di processo che sorgono le nuove idee artistiche
e scientifiche e si fanno delle "scoperte".
In terapia utilizzare in modo creativo ciò che c'è già vuol dire diventare
padroni del sintomo rispecchiandolo, prescrivendolo, apportando piccoli
cambiamenti, utilizzandolo o sostituendolo con un altro sintomo meno inabilitante
che tuttavia soddisfa gli stessi bisogni di fondo.
3. Non è necessario che la suggestione
sia diretta
"La maggior efficacia delle suggestioni indirette può essere spiegata
in questo modo. Nella maggior parte delle trance la coscienza non è mai
assente del tutto, ma assume un atteggiamento di osservazione: in parte
il soggetto si perde nell'esperienza in atto, ma in parte l'Io osserva
tranquillamente ciò che sta succedendo, come accade a fare in sogno.
Quando si dà una suggestione diretta [...] l'Io che la osserva ne prende
nota, [...] dopo averne preso nota, l'Io ha la facoltà di scegliere se
metterla in atto oppure no. [...] Ma quando la suggestione è data indirettamente,
anche l'Io che osserva tende a non accorgersi di aver ricevuto una suggestione.
Se vi è pochissima o nessuna consapevolezza della suggestione, vi sono
pochissime possibilità di discuterla e di rifiutarla, o non ve ne sono
affatto." (p. 88 - Opere, Vol. III)
4. Cominciate da poco e da vicino
e poi create un campo affermativo positivo
Erickson a una ragazzina di dodici anni che aveva avuto una paralisi e
non riusciva a muovere le braccia disse di cominciare col mettersi davanti
allo specchio a fare delle boccaccie (in questo modo contraeva indirettamente
i muscoli del petto). La ragione di questo
strano intervento è presto detta, da un lato aggira la resistenza, dall'altro
inizia da un piccolo cambiamento per diffonderlo indirettamente altrove:
"Ora, quando si comincia a far muovere un muscolo, il movimento tende
a diffondersi a tutti i muscoli. Provate a muovere solo un dito. Il movimento
comincia a diffondersi, senza che lo vogliate." (La mia voce ti accompagnerà,
Astrolabio, p. 105)
Creare un campo affermativo positivo è anche
dire che una anestesia può durare 10 minuti come 11 minuti. E se ne può
durare 11 potrà durarne anche 12. E se ne dura 12 sicuramente ne potrà
durare anche 14. E se ne dura 14 potrà durare anche 17. Se ne dura 17,
ne potrà certamente durare almeno 20. E così via fino a durare ore, fino
a durare un giorno. Ma se ne può durare un giorno ne può durare anche
due...
5. L'approccio naturale è sempre
il migliore
I risultati più efficaci, facili e duraturi sono quelli che si producono
naturalmente. Predisponete la situazione perché il risultato voluto ne
sia una conseguenza naturale.
6. Create un effetto pratico e comportamentale
nella vita del cliente
Potete solcate il mare all'insaputa del cielo come nell'esempio che segue
oppure creare uno schock psicologico o una esperienza emozionale correttrice
capace di rompere il vecchio schema di riferimento e avviare un processo
creativo di risintesi interiore.
"Una ragazza veniva a scuola tenendo sempre
la mano sinistra sopra la bocca. [...] Quando diceva la lezione in classe,
quando camminava per strada, quando mangiava al ristorante, aveva sempre
la mano sinistra sopra la bocca. [...] Dopo molti incitamenti mi raccontò
di una terribile esperienza che aveva avuto all'età di dieci anni. In
un incidente di macchina, era stata catapultata oltre il parabrezza. [...]
Il vetro del parabrezza le aveva tagliato la bocca [...] Così crebbe con
l'idea di avere la bocca orribilmente sfregiata, ed ecco perché la teneva
sempre coperta, perché non voleva che nessuno vedesse l'orribile cicatrice.
[...] Così la persuasi ad andare a un appuntamento con uno degli studenti.
Lei doveva portarsi appresso due pesanti borse [...] A questo appuntamento,
e a tutti i successivi, scopri che se permetteva che le dessero un bacio
sulla porta di casa, l'uomo invariabilmente la baciava dalla parte della
bocca in cui c'era la cicatrice. [...] Quello che non sapeva, era che
lei era curiosa, e quando era curiosa piegava sempre la testa a sinistra,
un uomo doveva per forza baciarla sulla parte destra della bocca!" (La
mia voce ti accompagnerà, Astrolabio, p. 49)
7. Superate le limitazioni apprese
attraverso la ristrutturazione
L'importante è cogliere le differenze nel modo più ecologico e creativo
possibile: "C'era uno studente universitario, che al liceo era stato capitano
della squadra di baseball, e che al liceo era stato capitano della squadra
di football. [...] Ma si riscontrò che i suoi avanbracci presentavano
una normale differenza di 2-3 centimetri. Era distrutto. Venne da me e
mi disse: "Lei non sa cosa vuol dire essere un invalido".
[...] Vedete, quando un paziente mi dice che io non so cos'è il dolore,
e che non so cosa vuol dire essere invalido, io mi permetto di dire che
si sbaglia. Proprio così. E posso dimostrare molto chiaramente che il
fatto di essere rimasto paralizzato dopo il liceo non mi è stato di alcun
ostacolo. E non potevo muovere nessuna parte del corpo, a eccezzione delle
pupille. Ho imparato il linguaggio del corpo.
E quando andavo all'Università, il primo anno andai a vedere Frank Bakon
in Lightning. Quell'attore divenne celebre, perché nel corso della commedia
sapeva dire 'no' con sedici diversi significati.
La sera dopo tornai a teatro, e contai tutti i significati diversi." (La
mia voce ti accompagnerà, p. 145)
È chiaro che se fossiamo capaci di fare distinzioni
diverse della realtà anche il nostro comportamento sarebbe diverso.
E così Erickson racconta che "Se voi aveste paura dell'altezza e non riusciste
a salire sullo Squaw Peak, io che farei? Vi disorienterei nel tempo, anche
se dovessi tornare indietro dieci o dodici anni. Vi farei andare a fare
una passeggiata come se aveste diciotto ani di meno, quando probabilmente
non avevate quella fobia. Così salireste su quella montagna, per vedere
cosa c'è dall'altra parte.
Oppure, se non riuscissi a fare questo, disorienterei la vostra percezione
delle cose in modo che la montagna vi appaia pianura, un pezzo di pianura,
come soffici zolle che potrete tranquillamente attraversare. [...] In
un caldo giorno d'estate, mentre dormite, potete andare a pattinare sul
ghiaccio. Potete pranzare a New Orleans, a San Francisco o a Honolulu.
Potete volare in aeroplano, guidare un'automobile, incontrare amici d'ogni
genere, e siete sempre a letto profondamente addormentati. [...] La trance
non fa altro che permettervi di utilizzare tutte le cose che avete già
imparato. E spesso noi diamo poco peso a tutte le cose che abbiamo imparato."
(La mia voce ti accompagnerà, p. 60-61)
È possibile tornare nel passato per recuperare
le risorse e le cose imparate, ma è anche possibile muoversi nel futuro
tramite la tecnica dello pseudo orientamento nel tempo. Tramite questa
tecnica Erickson disorientava la persona e poi la riorientava nel futuro
proiettandola in qualche data dove il suo problema sarebbe stato risolto.
Da quella posizione privilegiata la persona poteva volgersi indietro e
rivedere lo svolgimento proggressivo degli eventi che l'avrebbero condotta
al successo, poteva assaporare questo successo e questo cambiamento
superando lo stato problematico presente.
Potremmo paragonare questo approccio a una tecnica "come se": credere di aver già
realizzato certi risultati determina una retroazione del futuro sul presente tale da riorganizzare i pensieri e comportamenti come una profezia che
si autodetermina. Per lo stesso motivo le profezie e le predizioni possono
essere tanto efficaci (nel bene e nel male) perché predire qualcosa equivale
a provocarla: nel momento in cui si vede o si predice il futuro lo si
sta già modificando. Siamo profeti di noi stessi.
8. Utilizzate la dissociazione
Le tecniche finora descritte possono essere abbinate con il fenomeno della
dissociazione. Per esempio la regressione, l'amnesia, l'analgesia sono
potenziate dalla dissociazione. Anche la ristrutturazione perché la dissociazione
consente di vedere oggettivamente gli eventi semplicemente osservandoli
in modo distaccato e senza provare le risposte emotive che vi sono solitamente
associate. Tramite lo pseudorientamento nel tempo si può guardare al tempo
presente in modo oggettivo e distaccato.
Erickson faceva allucinare in delle sfere di cristallo vari episodi della
vita della persona (perché "le sfere di cristallo create per allucinazione
sono comode, facili da maneggiare e straordinariamente economiche." Opere
-Vol IV, p. 450) creando una dissociazione e una amnesia rispetto alla
persona che appariva nelle scene così da rivedere la propria vita in modo
oggettivo stimolando nuove associazioni a proposito di "quella persona":
"Puoi sognare te stessa come una bambina piccola, chiedendoti chi sia
quella bambina. E puoi guardare quella bambina diventare più grande, settimana
dopo settimana, mese per mese, anno per anno. Finché alla fine puoi riconoscere
chi sia quella bambina che sta crescendo." (Tecniche di suggestione ipnotica,
p. 64-65)
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