La struttura della mappa secondo Erickson

La mappa del cliente è costituita da una serie di regole e schemi di comportamento che sono scesi al di sotto della soglia di coscienza vigile. Per questo motivo le convinzioni e i copioni di vita in essa contenuti non vengono verificati e aggiornati, anzi, tendono ad autoconvalidarsi poiché il sistema cognitivo funziona come una rete autopoietica.

Così si può dire che il sintomo "non è altro che il risultato della scelta migliore compiuta dalla persona tra le possibilità fissate a livello inconscio dalle associazioni permesse dalla mappa." (Stephen R. Lankton, Carol H. Lankton, La risposta dall’interno, Astrolabio, 1984 Roma, p. 56 )

Questa mappa del mondo si sviluppa in età infantile ed è perciò costituita anche da oggetti familiari introiettati e da una rete di subpersonalità con esigenze diverse e quindi spesso in contrasto fra di loro.

L’approccio Ericksoniano con i paradossi, le metafore, la confusione ha come scopo principale quello di cambiare il quadro di riferimento percettivo e cognitivo riassociando in modo creativo le risorse del cliente. Si vengono perciò a creare nuovi trail o link all’interno della mappa un po’ come un ipertesto.

Questi nuovi "quadri" di riferimento sono un insieme di vecchio e nuovo frutto della creatività inconscia.

Gli studi di neurofisiologia come i primi studi di Freud, di Pavlov e il modello di Elaborazione Accelerata dell’Informazione elaborato da Francine Shapiro sembrano confermare l’approccio Ericksoniano. In effetti la risoluzione di un trauma, di un sintomo, di una patologia, di un problema, di una nevrosi sembra essere il frutto di una rielaborazione che produce una nuova serie di associazioni che permettono di integrare in modo costruttivo anche le esperienze "negative". Se invece una esperienza non viene "digerita" l’informazione acquisita, completa di immagini, suoni, odori, sensazioni ed emozioni rimane come bloccata e il materiale resta conservato nella sua forma originale disturbante ed eccitatoria non rispondendo al fluire del tempo. Si crea spesso una sorta di rete mnestica poiché il trauma non rimane isolato ma si lega a una catena di altri traumi simili o con episodi minori che traggono tutta la loro carica emotiva dal trauma originale.

Spesso questa rete di associazioni può variare, non è necessario infatti che gil episodi siano simili basta un isomorfismo, così il ricordo di un incidente di auto può associarsi con un aggressione sessuale poiché alla base vi è lo stesso tipo di cognizione: "Sono impotente". Oppure possono essere simili le sensazioni provate o il tipo di emozione: il fallimento di un’azienda può essere legata alla stessa sensazione di disperazione provata all’abbandono da parte di un genitore.

La risoluzione del trauma può avvenire quando l’informazione disturbante, precedentemente isolata, viene messa in contatto e si lega con altre reti neurali, con le informazioni adattative e le risorse attualmente possedute.

Spesso nella catarsi l’elaborazione dell’informazione si manifesta attraverso cambiamenti submodali su uno o su tutti i sistemi rappresentazionali e determina una ristrutturazione delle cognizioni negative.

Ad ogni modo occorre ricordare che l’intervento Ericksoniano non si limita al piano intrapsichico perché per una perfetta riuscita la ristrutturazione deve essere ecologica, deve cioè tener conto anche della rete di relazioni nella quale l’individuo come nodo della rete autopoietica in cui si situa.

Infatti secondo Lankton Erickson fu uno dei primi che svilupparono un approccio sistemico e relazionale. E in effetti le strategie di Erickson non erano rivolte all’introspezione, in altre parole il suo approccio strategico faceva sì che non occorresse un lungo lavoro di coscienza su se stesso, lo scopo era una terapia a breve termine orientata al risultato.

Il sintomo infatti si situa in una rete di rapporti sociali ed è la manifestazione di un blocco nel processo evolutivo dell’individuo.

Scrive Haley: "i sintomi compaiono quando c’è una deviazione o una interruzione del normale svolgimento del ciclo vitale della famiglia o di un altro gruppo naturale; un sintomo è il segnale che una famiglia ha difficoltà a superare uno stadio di questo ciclo vitale." Ogni stadio evolutivo comporta il passaggio a nuove modalità di relazione interpersonale. Quindi a differenza di Freud si ritiene che l’evoluzione personale continui fino alla vecchiaia e per ogni fase di sviluppo ci sono nuove prove da affrontare e da superare.

A questo proposito Haley ricorda che: "Erickson sembra affrontare ogni paziente con la certezza che il cambiamento non è soltanto possibile, ma inevitabile. Da lui promanavano una grande sicurezza, sebbena sappia essere insicuro, se vuole, e una atteggiamento di fiducia, come se dovesse sorprenderlo la mancanza del cambiamento." (Jay Haley, Le nuove vie dell’ipnosi, Astrolabio, p. 865)

 

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