Sogni lucidi e costruttivismo
Appena
ci appartiamo e chiudiamo gli occhi ci
rendiamo conto che esiste un flusso di pensieri che, similmente un brusio di
sottofondo ci accompagna costantemente. Ma quando cominciamo a portare la
nostra attenzione sempre più all'interno distaccandoci dall'ambiente
circostante, il brusio di sottofondo si manifesta in primo piano e ci troviamo
in una condizione simile allo stato ipnagogico che precede il sonno vero e
proprio. Se siamo stanchi e ci facciamo coinvolgere da queste immagini e
pensieri automatici perdiamo la nostra consapevolezza. Ecco allora che
cominciano a strutturarsi delle vere e proprie storie dapprima confuse e poi
sempre più chiare e coinvolgenti e così cominciamo a sognare o per la
precisione veniamo sognati.
Questo
flusso di pensieri - seppure in modo sotterraneo e in larga misura
inconsapevole - persiste durante la nostra vita di veglia e si manifesta con
pensieri e immagini automatiche frutto di schemi profondi o tracce Karmiche che
generano l'Io e interpretano l'esperienza così come la conosciamo facendoci
reagire ad essa. È questa la natura dell'esistenza samsarica, della nostra
struttura percettivo/reattiva.
Così
anche durante la vita di veglia continuiamo a sognare perché continuiamo a
raccontarci e a vivere storie su di noi, sugli altri e le consideriamo come
l'unica realtà possibile. Ci identifichiamo con queste storie scambiando le
nostre proiezioni come la pura verità.
L'esistenza
samsarica vive in questo dualismo osservatore/osservato.
Le
antiche discipline dello Yoga Tibetano del sonno e del sogno insegnano che
quando sorge un pensiero, una immagine e ci si identifica con tale pensiero o
immagine si perde la presenza e l'attenzione vaga qua e là sospinta dalle due
pulsioni fondamentali: avversione e desiderio.
Quando
ci identifichiamo con attaccamento e avversione noi generiamo emozioni negative
che producono inevitabilmente azioni. Queste azioni (karma) vanno a costruire
abitudini e tendenze a strutturare e quindi a reagire alla realtà stessa.
Le
tracce karmiche restano in noi come schemi inconsci che creano ulteriore
attaccamento e avversione generando un ciclo senza fine di azione e reazione
chiamato samsara. Così le persone piene di collera in sé incontrano di continuo
circostanze che sembrano giustificarla nel "mondo reale" e non si
rendono conto che ciò è semplicemente il frutto delle precedenti tracce
karmiche che vanno a costituire il loro
Io. Esse proiettano quel flusso di pensieri e immagini interiori — che hanno
la stessa natura di un sogno — nella "realtà esterna".
Queste
tracce karmiche si manifestano anche nel sogno. La nostra coscienza spostando
la sua attenzione all'interno illumina le tracce karmiche che sono state
stimolate durante la "vita di veglia".
Freud con la sua analisi dei
sogni si è occupato prevalentemente di quelli che la tradizione Dzogchen (forma
di Buddismo Tibetano) chiama i "sogni samsarici" o sogni derivanti da
tracce Karmiche. Ma esistono anche i "sogni della chiarezza" simili a
sogni lucidi o a sogni fonte di ispirazione religiosa, artistica, culturale e
persino scientifica, durante i quali si possono ricevere idee, pratiche,
profezie, illuminazioni... Questo tipo di sogni sono descritti anche da Jung.
Infine ci sono i "Sogni
della chiara luce" quando il praticante dimora nella pura coscienza
non-duale (rigpa) che possono essere considerati simili alla raggiunta lucidità
nel sonno profondo descritta da Gackenbach e Bosveld (1993, Beyond Lucidity: Moving Toward Pure
Consciousness).
Lo Yoga del Sogno
Lo
Yoga tibetano del sogno insegna che tramite la pratica è possibile riconoscere
la natura illusoria del sogno quando lo si vive — e non solo quando ci si
sveglia.
E
per giungere a ciò occorre cominciare ad acquisire nuove abitudini durante la
vita da "svegli". Cambiare il proprio modo di approcciare la
"realtà" perché se si mantiene la presenza durante la vita di veglia
è molto probabile che ciò si manifesti durante il sogno. Così si insegna a
riconoscere la natura onirica della vita: "Continuate a ricordare a voi
stessi che state sognando le vostre esperienze: la rabbia che provate, la
felicità, l'ansia, sono tutte parti di un sogno. La quercia che vi piace,
l'auto che guidate, la persona a cui state parlando, sono tutte parte di un
sogno. In questo modo si crea una nuova tendenza: quella di guardare
all'esperienza come insostanziale, transitoria e intimamente connessa alle
proiezioni della mente." (Tenzin Wangyal Rinpoche,
Lo
yoga tibetano del sogno e del sonno, Ubaldini Editore, 1999, Roma, p. 87)
Occorre
superare anche l'attaccamento e l'avversione: "Pensate tra voi:
"Questa rabbia è un sogno. Questo desiderio è un sogno. Questa
indignazione, questo dolore, questa esuberanza, sono un sogno". La verità
contenuta in questa affermazione diventa chiara quando prestate attenzione ai
processi interiori che producono gli stati emotivi: letteralmente, li sognate
attraverso una complessa interazione di pensieri, immagini, condizioni corporee
e sensazioni. La reattività emotiva non ha origine 'lì fuori', negli oggetti. Sorge,
si sperimenta e cessa in voi." (Tenzin Wangyal Rinpoche, Lo yoga tibetano
del sogno e del sonno, Ubaldini Editore, 1999, Roma, p. 89)
Alejandro Jodorowsky racconta:
"Ci fu un tempo in cui, prima di addormentarmi, avevo l'abitudine di
passare in rassegna tutti gli avvenimenti del giorno. Trasmettevo la moviola
della mia giornata, prima dalla mattina alla sera, e poi al contrario, secondo
il consiglio di un antico libro di magia. La pratica della
"retromarcia" mi permetteva di distanziarmi dalle peripezie del
giorno. [...] Passare in rassegna la mia giornata di sera equivaleva alla
pratica di ricordare i miei sogni di mattina. [...] In veste di testimoni, si
può interpretare la vita come si interpreta un sogno. [...] Posto che sogniamo
la nostra vita, dobbiamo interpretarla e scoprire ciò che sta tentando di
dirci, i messaggi che intende trasmetterci, fino a trasformarla in un sogno
lucido. Una volta acquisita la lucidità, saremo liberi di intervenire sulla
realtà sapendo che se ci limitiamo a occuparci dei nostri desideri egoistici,
saremo travolti, perderemo l'imparzialità di giudizio, il controllo e, di
conseguenza, la possibilità di compiere un atto vero. (Alejandro Jodorowsky,
Psicomagia, Feltrinelli, pp. 70-72)
Metodi
occidentali
Un
metodo meno drastico è quello sviluppato dal Dr. Stephen LaBerge, che ha
studiato il sogno lucido alla Standford University (LaBerge, Lucid Dreaming, 1986).
Il fenomeno del sogno lucido
era stato studiato in precedenza con metodi ed esiti simili da Hervey de Saint-Denis
(1867), Frederik Van Eeden (1913),
Mary Arnold-Forster (1921), Celia Green (1968), Charles Tart (1969).
Hervey de Saint-Denis già nel
1867 nel suo libro “Les rêves et les
moyens de les diriger (i sogni e i mezzi per dirigerli) presenta le sue
tecniche di autosuggestione per controllare i sogni e mantenere lucidità
durante i medesimi. [J. Allan, Hobson, La
macchina dei sogni, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze 1992, p. 48]. Successivamente
esperimenti di questo tipo sono stati portati avanti con successo da Mary
Arnold-Forster (Studies in Dreams - 1921).
“Arnold-Forster condizionava
il risveglio programmato alla percezione di elementi bizzarri nel sogno: si
diceva che se succedevano cose assurde doveva essere un sogno e quindi si
svegliava. In questo modo riuscì ad aumentare notevolmente la propria capacità
di accedere al contenuto dei sogni, oltre ad assicurarsi un certo controllo sul
corso degli avvenimenti onirici. [...] Si accorse che i sogni hanno un
andamento periodico nel corso della notte, un’ipotesi che verificò mediante una
serie di risvegli programmati con la sveglia. Arrivò anche alla giusta
conclusione che i sogni avessero una durata consistente e non fossero quegli
eventi istantanei che credevano Freud e altri autori” [J. Allan, Hobson, La macchina dei sogni, op. cit., p.
102].
Il
metodo proposto da LaBerge consiste nel fare dei test di realtà durante la vita
di veglia, ci si ferma e ci si domanda se stiamo veramente sognando,
controllando l’ambiente circostante in cerca di qualsiasi tipo di indizio, per
esempio la presenza di strani oggetti, l’ambiente che si trasforma sotto
l’azione della nostra volontà.
Se
diventa un’abitudine, è probabile che questo atteggiamento critico si presenti
anche nel sogno innescando così un sogno lucido.
Per facilitare tutto ciò
LaBerge ha sviluppato un apparecchio, il DreamLight, capace di riconoscere
quando stiamo sognando, grazie all’identificazione dei movimenti dei globi
oculari (fase REM - rapid eyes movement, che si presenta solo nel sogno), a
quel punto il meccanismo attiva un particolare messaggio capace di funzionare a mo’ di pro-memoria, come per
esempio delle luci oppure dei suoni - a un livello tale da non provocare il
risveglio - . Poiché gli stimoli esterni (per esempio un profumo, un dolore,
una luce ecc...), possono penetrare nel sogno,
manifestandosi in qualche modo nella sua trama, grazie a questo indizio,
il sognatore esperto, può riconoscere di stare sognando.
Gli studi effettuati da La
Berge mostrano come sia possibile per il sognatore comunicare la raggiunta
lucidità tramite una serie di movimenti oculari preestabiliti. Durante il sogno
lucido l'encefalogramma mostra il caratteristico tracciato del sonno REM.
Paradossi
nel sogno lucido
Come
abbiamo visto la "via occidentale" riconosce tra i fattori che
determinano l'insorgere della lucidità la percezione delle incongruenze (i
fatti assurdi o irrazionali) presenti nel sogno e la conseguente
metacomunicazione "sto sognando!". In quel momento è come se ci
spostassimo a un livello logico superiore, a un metalivello, e questo cambia il
sistema nel quale ci trovavamo. Fino ad allora eravamo determinati dal sogno e
"facevamo" delle cose all'interno del sogno, mentre un commento sul
sogno del tipo: "Io sto sognando", ci catapulta in uno stato
completamente diverso rispetto al precedente, si tratta di una
"rottura" che ci da l'opportunità di passare al livello logico
immediatamente superiore, che può essere il sogno lucido o lo stato di veglia.
Il
tutto avviene tramite un comportamento paradossale (entro i limiti
epistemologici che governano la fase del sonno chiamata REM): in altre parole
non reagiamo più ai fenomeni del sogno come se fossero reali.
Se la persona non si sveglia ed
entra in un sogno lucido si verifica un fenomeno molto curioso e paradossale:
nel momento in cui ci si rende conto di vivere in un sogno questo diventa molto
più vivido e reale!
La
paura come alleato nel sonno lucido
A
volte la paura (fenomeno comunemente associato alla perdita di consapevolezza e
capacità critica nella vita di veglia) può creare una maggiore lucidità nel
sogno.
Le
intense emozioni scatenate da un incubo possono accrescere la consapevolezza
del sognatore, è come se lo stato si shock o confusione aprisse uno spiraglio
oltre gli schemi di comportamento abituali. In particolare, questo avviene se
il sognatore compie qualcosa di inaspettato entro le cornici (le premesse)
epistemologiche del sogno, per esempio si volge verso i suoi inseguitori e
chiede chi sono e perché lo stanno inseguendo, in questo caso il più delle
volte i mostri che non sono più alimentati dalla paure del sognatore perdono
ogni potere, si trasformano in entità buone o spariscono e il sogno diventa
lucido. Quest'ultimo fenomeno è insegnamento molto interessante così come il
fatto che i sogni lucidi possono tornare a essere sogni normali se cominciamo a
farci prendere dalla paura e dal desiderio (le due spinte karmiche
fondamentali).
Stati di coscienza
Lo
psichiatra olandese Frederik Van Eeden definiva il sonno come uno stato di
dissociazione delle normali funzioni psichiche. A seguito di tale dissociazione
viene a verificarsi una reintegrazione in una sfera di realtà differente (il
sogno).
Normalmente
non c'è una continuità di coscienza tra l'Io del sogno e l'Io della veglia.
Al
contrario, nei sogni lucidi (termine coniato dallo stesso Frederik Van Eeden)
l'Io del sogno ha memoria della vita diurna ed è capace di dirigere la sua
attenzione/consapevolezza in modo piuttosto simile alla veglia (Sogni lucidi, a cura di Fabrizio
Speziale, Edizioni Il Punto d'Incontro, 1999, p. 16-17). Si presume quindi una
possibile espansione del normale stato di coscienza.
Anche
Charles Tart giunge a conclusioni simili quando, postulando l'esistenza di
molteplici "Stati di coscienza discreti" (d-Soc=discrete State of
Consciusness), di cui l'ordinario stato di coscienza — chiamato b-Soc (basic
State of Consciusness) — è solo uno dei possibili stati discreti, presume
una serie di fasi di transizione da uno
stato di coscienza all'altro:
1.
fase in cui il d-SoC è intatto
2.
fase in cui il d-SoC viene destrutturato
3.
fase in cui si ristruttura un nuovo d-SoC secondo una nuova configurazione
Gestaltica.
Gli esperimenti condotti da LaBerge
dimostrano che lo sviluppo di quello che le dottrine esoteriche chiamano
"il corpo del sogno" è frutto di una pratica cumulativa. I sognatori lucidi esperti in molti casi non
hanno più bisogno del "test di realtà", col tempo strutturano un
nuovo d-SoC quindi un contesto, una configurazione o sistema che mantiene una
sua integrità o identità riconoscibile.
Quarto Stato
Da
tempo immemorabile l'uomo ha sviluppato una serie di tecniche per espandere lo
spazio esperienzale del b-Soc consentendo l'integrazione di diversi d-Soc.
Troviamo
una descrizione precisa e al contempo enigmatica di questo processo nei
Sivasutra.
I Sivasutra sono una raccolta
di aforismi rivelati - come racconta la
leggenda - direttamente da Siva a Vasugupta tra la fine dell'VIII e l'inizio
del IX secolo (Sogni lucidi, a cura
di Fabrizio Speziale, Edizioni Il Punto d'Incontro, 1999, pp. 67-71).
Riporto
alcuni aforismi particolarmente significativi nei quali si fa riferimento a un
fantomatico "quarto stato":
• Anche durante i vari stati di
veglia, sogno e sonno profondo, la presenza del quarto stato non viene meno.
• La conoscenza sensibile è lo stato
di veglia.
• Le rappresentazioni mentali sono
lo stato di sogno.
• La non discriminazione è il sonno
di maya.
• Il signore degli eroi ha libero
dominio su tutti e tre.
• Il sé è un danzatore.
• Il sé interiore è la scena.
• I sensi sono gli spettatori.
Si
insegna che chi ha dominio sui tre stati raggiunge uno stato di coscienza
chiamato Thurya (quarto stato).
Thurya è considerabile come
una sorta di metalivello (per questo viene chiamato quarto stato) rispetto agli
altri stati di coscienza. Infatti sorge dallo consapevolezza degli altri tre
stati di cui solo il primo (normalmente) è accompagnato da coscienza: "Nei
tre deve essere versato come olio di sesamo il quarto".
Si parla infine di uno stato
transquarto che consiste nella immedesimazione con Siva: "Siva lodiamo...
colui al cui schiudere e chiudere di ciglia il mondo nasce e si dissolve".
L'intero universo si trasforma
nella danza di Siva da cui tutto dipende e tutto riposa. Lo yogin
identificandosi con questo incessante movimento riconosce l'universo stesso
come una sua costruzione mentale: "Il sé interiore è la scena, i sensi
sono gli spettatori".
Il libro tibetano dei morti
Quando
entriamo nel sonno passiamo da una fase in cui l'organizzazione cognitiva è
ancora intatta (fase dell'Io intatto) a una seconda fase durante la quale i
contenuti sono frammentari e disorganizzati (fase dell'Io frammentato). Infine
nella terza fase ciò che era destrutturato si riorganizza secondo il nuovo
paradigma (fase dell'Io ristrutturato) del sogno.
Nella
pratica tibetana della "luce naturale" è posta particolare attenzione
al momento di passaggio tra il momento in cui ci si addormenta e il sogno. Si
insegna che in questo momento, in cui la mente non ha cominciato ancora a
costruire la realtà del sogno, ci si trova in presenza dello stato della
"luce naturale".
Questa
pratica viene considerata come preparazione alla morte poiché quando una
persona muore similmente all'avvicendarsi del sonno i sensi cominciano a
svanire e quindi sopraggiunge uno stato di incoscienza.
Da
questo stato di incoscienza l'anima del morente si risveglia e separandosi dal
corpo fisico sta senza supporto, nuda; allora sorge una visione simile allo
spazio senza nuvole e la luce originaria si manifesta: "La base di tutto è
come il cielo nella dimensione senza limiti. La saggezza innata, come il sole,
splende uniforme in tutte le direzioni; le manifestazioni dei tre Corpi
splendono come raggi di sole senza fine. Così il perfetto bene degli esseri
viene sempre raggiunto"
In
quel momento il morente è al limite tra la reale comprensione e l'errore, tra
il samsara e il nirvana. Ha infatti la possibilità di risvegliarsi se riconosce
le manifestazioni (i suoni, le luci, i raggi luminosi) come proprie proiezioni
mentali. Ma se le considera come fenomeni oggettivi e se ne spaventa non
riconosce la loro vera natura e entra come in un sogno: "Sorge un vento
furioso che agita il lago della conoscenza. Si viene agitati dalle increspature
delle tendenze precedenti e dalle onde dei pensieri distraenti. Lo spazio della
base di tutto viene oscurato dalle nuvole dell'illusione. Il sole della
conoscenza è coperto dalle tenebre delle passioni."
L'anima
ha mancato il riconoscimento della sua condizione originaria e sorgono le
visioni beatifiche e terrifiche delle
divinità. Spiega Jung: "La suprema visione raggiungibile non compare alla
fine del bardo, ma precisamente al principio, al momento della morte; quel che
accade dopo è un lento scivolare nell'illusione e nell'ottenebramento fino a
cadere in una nuova nascita fisica." (Psicologia e religione, Bollati
Boringhieri, p. 537)
Forze Modellanti e Destrutturanti
Come
abbiamo visto il passaggio da uno stato di coscienza a un altro comporta un
processo in tre fasi (fase in cui il d-SoC è strutturato, fase in cui il d-SoC
viene destrutturato, fase in cui un nuovo d-SoC viene indotto) ma non abbiamo
ancora specificato che occorre l'intervento di due forze psicologiche e/o
fisiologiche: una forza che interrompe lo stato di coscienza e una forza capace
di modellare un nuovo stato di coscienza.
Per
esempio le prime forme di induzione ipnotica erano particolarmente
destrutturanti:
• "L'Abate di Faria, nei primi
tempi dell'ipnosi, 'ipnotizzò' contadini ignoranti guidandoli per passaggi
scuri in una stanza buia, e quindi facendo scoppiare improvvisamente un
contenitore di polvere da sparo mentre colpiva un enorme gong." (Charles
T. Tart, Stati di coscienza,
Astrolabio, Roma 1977, p. 83)
• "Il danese Hansen agisce
preferibilmente su dei giovani nervosi, pallidi con l'occhio esaltato; soggetti
suggestionabilissimi. Li fa girare in cerchio, ne ferma uno bruscamente, gli
rovescia la testa all'indietro fissandolo molto vicino. Il sonno è ottenuto
istantaneamente." (Erminio Di Pisa, Corso di ipnomagnetismo pratico, MEB,
1985 Padova, p. 130)
• "Charcot ipnotizzava
stimolando in maniera intensa gli organi di senso. Egli colpiva l'odorato con
l'odore pungente dell'ammoniaca, accecava gli occhi con potenti fasci di luce,
impegnava l'udito con potenti colpi di gong." (Alfonso Siani, Manuale di ipnosi, Selecta Medica , Pavia, 2000, p. 156)
Potremmo
catalogare le moderne tecniche di induzione in vario modo per esempio si può
proporre questo tipo di suddivisione:
1.
Tecniche psico-fisiologiche
2.
Techiche psico-immaginative
3.
Tecniche distoniche
4.
Tecniche di blocco dell'emisfero dominante
Tutte
queste tecniche prevedono un passaggio attraverso le fasi descritte da Tart e
l'intervento di forze disgreganti e forze modellanti.
Due
esempi:
1.
Tecniche psico-fisiologiche
Strategia:
• Creare un situazione di cui si
conoscono le conseguenze psico-fisiologiche. Questa situazione comporta una
focalizzazione dell'attenzione.
• Segue il cosiddetto Pacing = Sincronizzazione su ciò che sta avvenendo o
per avvenire, persuadendo il soggetto che il fenomeno è diretta conseguenza
della suggestione dell'ipnotista (incorporazione). Questa situazione comporta
un depotenziamento degli atteggiamenti coscienti e una prima destrutturazione
dello stato di veglia (abbassamento della critica)
• Leading = Accompagnare il soggetto
a un approfondimento dello stato, alla realizzazione di altri fenomeni più
complessi (campo affermativo positivo). Questa situazione comporta la risposta
ipnotica vera e propria.
Gli
esempi sono molteplici: fissazione dell'attenzione, retrovulsione oculare,
massaggio ai lati o direttamente sui bulbi oculari, iperventilazione,
barcollamenti e rotazioni del capo, metodo di jacobson per il rilassamento
proggressivo...
Anche
un semplice disco ipnotico a spirale può diventare un pretesto:
"Osservi
bene... il disco ipnotico è fermo, ma la sua azione ipnotica è così intensa che
sembra vorticare su se stesso sempre più velocemente... lei è come trascinato
dalle spire del disco... il suo corpo si rilassa automaticamente... ogni parte
delle sue membra è pesante, rilassata, inerte... il suo respiro diventa lungo e
profondo proprio come accade prima di addormentarsi... le sue palpebre sono
pesanti.. non riesce più a fissare il disco... ha sonno, molto sonno.. il suo
corpo si rilassa sempre di più...la sua mente è attenta alle mie parole...ma
lei è come precipitato nel silenzio, nel vuoto assoluto...ode la mia voce
soltanto, lontana e ovattata.. lei è sempre più isolato, raccolto, calmo...una
grande pace l'invade.. lei è sempre più rilassato e tranquillo...lei dorme
profondamente..ma può ascoltare la mia voce e seguire le mie
suggestioni..."
In
genere anche la sola fissazione dello sguardo è un punto di partenza per
l'ipnosi vera e propria: poiché le persone normalmente non si mette a fissare
le cose intensamente, gli effetti visivi che si produrranno saranno insoliti e
inaspettati anche se perfettamente naturali. Effetti come una serie di aureole
colorate intorno all'oggetto, parti che scompaiono, nebbia, trasformazioni
dell'oggetto o del viso dell'ipnotista..
2.
Tecniche psico-immaginative
Strategia:
• Creare una situazione immaginaria
vissuta in prima persona (ipnosi diretta) o tramite metafora (ipnosi
indiretta), complessa o semplice, partendo dal sistema rappresentazionale
primario (pacing). Ciò comporta una focalizzazione dell'attenzione sulla immagine
proposta (monoideismo).
• Sviluppare la situazione tramite
la sovrapposizione dei sistemi rappresentazionali (leading). Lo svolgimento
naturale della situazione immaginaria è simmetrico all'effetto fisiologico che
si vuole ottenere= col passare del tempo il monoidesimo si trasforma in
ideoplasia (risposta ipnotica)
"Immagini
che il suo corpo sia sdraiato in una barca. Perfettamente disteso e calmo.
Questa barca ondeggia dolcemente e scivola lentamente, sempre più calma e
tranquilla. Man mano che scivola questa barca il suo corpo si distende
proggressivamente... Lei scivola nella calma, nella tranquillità. E mentre
scivola nella calma, nella tranquillità si accorge che questo fiume si avvicina
a una montagna. Si avvicina sempre più. E mentre si avvicina sempre più il suo
corpo si va rilassando sempre più. Rilassamento, calma, benessere,
tranquillità, serenità. Ai piedi di questa montagna, il fiume entra in una
grotta. Man mano che la barca si avvicina, Lei scivola sempre più verso uno
stato di calma. La barca sta entrando dentro la grotta. Questa grotta è scura,
calma, tranquilla, serena. La barca entra piano piano in questa grotta. La luce
diminuisce sempre più. Il suo corpo si rilassa, s'annulla sempre di più,
perfettamente disteso, calmo, rilassato e tranquillo..."
Ogni
classe di tecniche presenta un intervento primario su un elemento che compone
il sistema (se consideriamo uno stato di coscienza come un sistema):
Le
Tecniche psico-fisiologiche lavorano principalmente sulla variabile fisiologia.
Le Tecniche
psico-immaginative lavorano principalmente sulla variabile immaginazione.
Le
Tecniche distoniche lavorano principalmente sulla variabile emotività.
Le
Tecniche di blocco dell'emisfero dominante lavorano principalmente sulla
variabile cognitiva.
È
inoltre interessante notare che le forze modellanti non sono solo quelle
dell'ipnotista perché intervengono fattori soggettivi propri all'ipnotizzato,
fattori oggettivi propri all'ambiente e fattori culturali.
Charles
Tart propone tra le forze modellanti un d-SoC:
1.
Fattori a lungo termine (cultura, personalità, fisiologia)
2.
Fattori immediati (umore, aspettative, desideri)
3.
Fattori della situazione o dell'esperimento (ambiente fisico, eventi sociali,
istruzioni formali, domande implicite)
(Charles
T. Tart, Stati di coscienza,
Astrolabio, Roma 1977, p. 158)
La
concomitanza di questi fattori risulta evidente anche nell'assunzione di droghe
allucinogene. Droghe allucinogene come l'LSD, la mescalina o la psilocibina
sono capaci di interrompere i processi di stabilizzazione del d-SoC ordinario
ma l'esperienza che sorgerà è estremamente variabile da individuo a individuo.
Don Juan
L'utilizzo
di droghe allucinogene per esplorare altri stati di coscienza fu resa popolare
da Carlos Castaneda, uno studente in Antropologia all'Università della
California di Los Angeles, quando (nel
1968) la casa editrice dell'Università pubblicò il suo libro The Teachings of Don Juan (la traduzione
italiana, uscirà nel 1970 col titolo A
scuola dallo stregone). (Massimo
Introvigne, Enciclopedia delle Religioni
in Italia, Elledici, p. 719)
Sulla scia del successo del
libro Castaneda pubblicherà tutta una serie di "sequel" dove mette
duramente alla prova la credulità del lettore...
Nel
libro Castaneda narra i suoi incontri e la sua iniziazione a una "realtà
separata" da parte di uno sciamano messicano chiamato Don Juan Matus.
L'insegnamento
di Don Juan verte su alcuni temi interessanti in linea con quanto detto finora.
Il
b-SoC (la realtà consensuale) viene rappresentata da Don Juan come un'isola -
l'isola del Tonal - dove l'uomo trascorre la sua vita cosciente senza
oltreppassarne i confini. Oltre questa realtà (il Tonal) esiste il Nagual,
tutto lo spazio e il mistero che circonda l'isola. Il Nagual potremmo definirlo
come tutto ciò che va oltre la percezione ordinaria, tutti i possibili d-SoC.
La
maniera particolare con cui la nostra attenzione (secondo Tart un elemento
particolarmente importante nella strutturazione di un d-SoC è per
l'appunto l'attenzione/consapevolezza)
elabora, seleziona e organizza le percezioni deriva da un addestramento
specifico iniziato nella nostra infanzia.
Secondo Charles Tart un d-SoC
come sistema si stabilizza grazie a 4 attività:
1. Stabilizzazione per
caricamento
2. Stabilizzazione per
feedback positivo
3. Stabilizzazione per
feedback negativo
4. Stabilizzazione per
limitazione
"se si vuole che un
individuo sia un buon cittadino (1) lo si tiene occupato con quelle attività
che costituiscono l'essere un buon cittadino, in modo che non abbia tempo o
energia per nient'altro; (2) lo si ricompensa per aver portato avanti queste
attività; (3) lo si punisce se intraprende attività indesiderabili; (4) si
cerca di limitare le sue occasioni di intraprendere attività
indesiderabili"
Il
bambino impara presto a percepire la realtà secondo il mondo degli adulti, in
base a una certa descrizione tramandata e sostenuta dai componenti della
società (chiamata da Don Juan il Tonal dei tempi) nel quale il bambino si trova
a vivere.
Questa
realtà viene interiorizzata come un dialogo interiore, un racconto che
ciascun individuo fa a sé stesso.
Don
Juan spiega a Carlos che la nostra attenzione e il nostro dialogo interno
sostengono il mondo come lo conosciamo.
La prima cosa da fare è dunque l'interruzione del nostro dialogo interiore. Tale
tecnica che Don Juan chiama "fermare il mondo" è la base delle varie
forme di meditazione.
Le varie forme di meditazione
propongono sostanzialmente una totale focalizzazione su un punto (concentrazione)
oppure una totale defocalizzazione (stato del testimone). Il risultato finale è
in ogni caso una sospensione del dialogo interiore e quindi una sottrazione
dell'attenzione/consapevolezza dai normali processi di funzionamento di
stabilizzazione. Secondo Tart anche la postura meditativa tende a
destabilizzare l'ordinario d-SoC.
Don
Juan insegna a Carlos Castaneda che il punto di assemblaggio è il punto in cui
il mondo viene trasformato in dati sensoriali e quindi interpretato tramite il
dialogo interiore. Quando questo punto viene spostato diventa possibile la
percezione di realtà differenti. Gli stregoni dell'antico messico avevano
scoperto che attraverso le "piante di potere" (piante allucinogene)
potevano spostare il loro punto di assemblaggio ma ciò comportava alcuni
effetti indesiderati sul piano fisico.
Scoprirono
allora che in determinate condizioni si apriva una porta tra i mondi. In
particolare quando si scivola nel sonno la fissazione del punto di assemblaggio
cambia. Gli stregoni impararono come utilizzare coscientemente questo
spostamento naturale del punto di assemblaggio. Don Juan insegnerà a Castaneda
l'arte di sognare... ma questa è un'altra storia
Concludo questo argomento
ricordando al lettore che è stato messa in dubbio l'effettiva esistenza del
personaggio descritto da Castaneda così come l'effettiva realtà delle
esperienze riportate da Castaneda. Molto probabilmente i racconti di Castaneda
sono solo un primo esempio degli innumerevoli romanzi e romanzetti new Age che
circolano in quest'epoca. Nonostante ciò presentano un certo interesse e
validità. (Chiaramente ho riportato ciò che mi sembrava plausibile e
interessante)
Rapimenti da parte di alieni
Parliamo
ora del fenomeno dei rapimenti da parte di alieni, un tema che apparentemente
non ha nulla a che fare con i sogni lucidi.
Centinaia
di persone raccontano come siano stati rapite a bordo di astronavi, da “piccoli
alieni grigi” costrette contro la loro volontà a essere sottoposte a visite
mediche e a dolorosi interventi. [Johannes, Fiebag, Gli Alieni. Contatti con intelligenze extraterrestri, Edizioni
Mediterranee, Roma 1994, p. 45].
Il
racconto avviene per la maggior parte dei casi in stato di ipnosi, perché di
solito la memoria dell’evento viene cancellata, il rapito al ritorno a casa si
sente strano e sente di non ricordare qualcosa di importante, oppure è stato cosciente fino all’arrivo dell’Ufo e
poi è svenuto e non si ricorda più nulla, a quel punto si rivolge a un
ipnotista, magari alla TREAT (Treatment and Research on Experienced Anomalous
Trauma=Trattamento e ricerca di esperienze traumatiche anomale) un’associazione
di medici - sorta in America - rivolta al trattamento e al sostegno morale di
casi di questo genere. [Id., ibid., p. 173].
L’ipnotizzato
nella maggior parte dei casi riporta racconti di abusi sessuali.
Le
donne rapite, dicono di essere state fecondate artificialmente, e, dopo qualche
settimana o mese, di essere state di nuovo rapite allo scopo di asportare
l’embrione in fase di sviluppo, mentre gli uomini dicono di essere stati
costretti al prelevamento dello sperma o ad accoppiarsi con un’Aliena, tutto
ciò comporta forti analogie con i racconti di abusi satanici dove le donne
raccontano di essere state usate come breeders, “cioè produttrici di bambini
per i culti, la cui nascita non viene denunciata all’anagrafe in modo da
poterli sacrificare a Satana senza correre troppi rischi.” [Massimo,
Introvigne, Indagine sul satanismo,
Oscar Saggi Arnoldo Mondadori editore, 1994, Milano, p. 333].
Sembra
un racconto nuovo, da fine millennio, ma dall’antichità l’uomo è stato visitato
da esseri provenienti dall’Altra dimensione, e si narra anche nei tempi
passati, di rapimenti molto simili ai casi di abduction odierni, soltanto che
allora non erano alieni su astronavi, ma Elfi, Fate o Gnomi. Johannes Fiebag
nel suo libro già citato riporta alcuni leggende, fiabe, e testimonianze che
narrano come le donne venissero rapite per fare da levatrici agli Elfi. Una
fiaba Irlandese racconta come una donna, Molly venga rapita perché allatti i
figli delle fate. Il marito non si da pace finché non trova l’ingresso
“all’altro mondo” e riesce a liberarla.
Inoltre,
esistono nella mitologia anglosassone anche i Puck, esseri nati da unioni fra
uomini e fate. “Il Puck è simile a uno gnomo, dal corpo gracile, quasi sempre
nudo, con grandi occhi e una testa sproporzionata”, in effetti somigliano molto
ai “piccoli grigi” che sono diventati ormai l’immagine standard di alieno
nell’immaginario collettivo. (p 55 gli alieni). Poi ci sono tutte le storie di
incubi e succubi (che nella cultura Greca venivano intesi come entità
intermedie che stanno tra l’uomo e gli Dei) capaci di assumere le forme di
donne o di uomini attraenti e di giacere a letto con i mortali.
Anche
nella Genesi (6, 1-4) si narra come esseri celesti si siano uniti con le figlie
degli uomini con la seguente creazione della razza dei giganti:
“I
figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per moglie quante ne
vollero.[...] C’erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -
quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano
loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.”
Mentre
Paracelso li descrive in questi termini: “Pur essendo di piccola costituzione e
bassi di statura, possono presentarsi agli uomini come vogliono, grandi,
piccoli, belli o deformi, con la massima magnificenza o in grande povertà. Perché
non c’è arte o astuzia che non conoscano, fin dove la luce della Natura può
arrivare”. [Johannes, Fiebag, Gli Alieni.
Contatti con intelligenze extraterrestri, op. cit., p. 58].
Natura psichica dell'incontro
con l'Altro (l'Alieno)
Altri
esseri straordinari che l’uomo continua a vedere alla fine del ventesimo
secolo:
• Mostri acquatici come Nessy,
quello di LochNess;
• Lo yeti e il suo corrispettivo
Americano il Big-foot;
• In Africa si dice che esistano
ancora dei sauri che mangiano rinoceronti;
• Nel Texas è stato avvistato più
volte un gigantesco uccello, tanto che la radio locale mise in palio 1000
dollari per chi sarebbe stato capace di catturarlo vivo;
• Un gigante simile a un pinguino,
alto quasi 4 metri, che vive a Clearwater in Florida;
• Una tartaruga delle dimensioni di
un maggiolino VolksWagen, che vive nello stato dell’Indiana, in un lago presso
la località di Churubusco;
• Un serpente marino lungo 8 metri
nel lago Flathead, in Montana;
• Il “demonio di Dover”, che vive
nel Massachussetts, un individuo dalla pelle arancione e la testa fatta a “8”;
• un mostro squamoso a Ohio-Tal;
• orde di gatti neri simili a
pantere, che vengono avvistate alle periferie delle grandi città americane;
• Champ, un mostro simile a Nessy,
che vive nel lago Champlain, nello stato di New York;
• altro mostro preistorico,
soprannominato “Ogopogo”, che vive nel lago Okanagan, in Canada;
• Chessy, un serpente gigantesco che
vive nelle acque della Chesapeak Bay, vicino a Williamsburg, Virginia;
• il Goat Man (uomo capra), mezzo
uomo e mezzo capra, alquanto simile a Pan, il dio greco delle greggi;
• il Clinton Cat (uomo gatto), un
gatto gigantesco, che non c’entra nulla con l’attuale presidente americano, ma
che spaventa gli automobilisti solitari nelle strade poco trafficate; i
Phantom-Dogs o Spectral-Dogs che, dopo essere stati investiti, spariscono;
Snallygaster, il drago volante, avvistato nel 1909 e nel 1932 sopra Frederick
Valley, tutti residenti nello stato federale del Maryland;
• un serpente con gobbe, lungo 10
metri, nel lago Erie, in Canada;
• il Jersey Devil (Diavolo del New
Jersey), mostro con la testa di cavallo, corpo di canguro, ali di pipistrello,
piedi di porco e coda di drago, dal grido agghiacciante che penetra nelle ossa
[Id., ibid., pp. 148-149].
Si
tratta di strane creature dotate di una natura fluida, gli si spara contro e
non sentono nulla, spesso spariscono improvvisamente nel vuoto come gli UFO,
sembrerebbero provenienti da una realtà di natura psichica, piuttosto che
fisica. Paracelso ci avverte che essi “si possono presentare come vogliono”, e
infatti sembra che il rapito abbellisca l’evento con particolari della sua vita
personale.
Per
esempio il caso di Harrison Bailey: “un operaio dell’Illinois, che lavorava
nell’acciaieria, nel corso del rapimento vide all’interno dell’UFO
[...] impianti simili agli altiforni dell’acciaieria dove lavorava”. I
membri dell’equipaggio portavano maschere di protezione come quelle dei
saldatori” [Id., ibid., p. 178]. “Altri testimoni hanno visto UFOnauti alla
guida dei loro veicoli che avevano la stessa faccia dei loro vicini di casa. Secondo
alcuni dagli UFO sarebbero usciti dei dinosauri, mentre nel corso di un
rapimento cui assisteva senza esservi coinvolto, un altro testimone avrebbe
visto dei minuscoli cavalli attraversagli la camera da letto.” [Id., ibid., p.
178].
In
certe zone e in determinati momenti la barriera che divide la nostra realtà da
quella degli alieni si assottiglia, permettendo il contatto. Sembrerebbe che
questi non siano altro che ricordi di copertura per un evento più profondo,
sconvolgente, un viaggio all’interno del Sé, un incontro con l’Alieno
interiore. [Id., ibid., p. 179].
Un
caso che conferma l’ipotesi di natura interiore degli eventi di rapimento è
quello della signora Maureen Puddy, che, una volta ricevuto il messaggio da
parte degli alieni, di trovarsi in un determinato punto d’incontro, vuole
portare con se degli amici:
Infine giungono sul posto, là dove
per ben due volte era apparso a Maureen l’oggetto splendente di luce blu, e si
fermano. Mentre Paul rimane in macchina, Judith Magee sale sull’auto della
signora Puddy. [...]Mentre parlano fra loro dell’apparizione della strana
figura vestita d’oro, Maureen Puddy la vede di nuovo: “Eccolo laggiù! Non
riesce a vederlo anche lei? Indossa la stessa tuta dorata”. Il piccolo essere
si dirige verso le due donne, attraversando di corsa il terreno che fiancheggia
la strada, e si ferma davanti al faro sinistro della loro auto. Ma lo strano
della situazione è che solo Maureen lo vede [...] la donna comincia a urlare di
terrore, trema in tutto il corpo e crede effettivamente che la stiano rapendo..
[Id.,
ibid., p. 176].
Alieni e mitologia
Forse
è vero come sostengono alcuni che le nostre religioni hanno un’origine
extraterrestre, ma questa affermazione potrebbe essere intesa nel senso che gli
Alieni non vengono dalla terra, cioè dalla realtà, ma da una dimensione più
fluida, di natura acquea, l’inconscio.
Per
diversi studiosi è il sogno che fonda la cultura e la religione delle
popolazioni arcaiche. Pensiamo anche soltanto all’importanza dei sogni, delle
visioni e delle divinazzazioni nella Bibbia e nel Corano.
“Tylor nella sua teoria
evoluzionista circa l’origine e gli sviluppi della religione, attribuisce
all’esperienza onirica il primo sorgere della riflessione religiosa,
identificata da lui nell”animismo”, o credenza in esseri spirituali.[Marco,
Fiocchi, Sonno/sogno, in Enciclopedia
Einaudi. Società-Tecnica, Vol. XIII, Giulio Einaudi Editore, Torino 1971, p.
98] Per i popoli arcaici il confine tra il mondo visibile e quello invisibile è
molto più labile, e le stesse religioni risultano essere influenzate dai sogni.
“Devereux, a proposito degli indiani Mohave, illustra la dimensione mitopoetica
e, più in generale, creatrice di cultura propria dei sogni. “Tutte le
conoscenze intorno alla creazione vengono acquisite in sogno” [id., ibid., p.
99 Enciclopedia Einaudi].
Mentre Lévi-Strauss nell’opera
“Il crudo e il cotto” mostra “non ...come gli uomini pensino nei miti, ma
viceversa come i miti si pensino negli uomini a loro insaputa”
Secondo
Jung l’inconscio non segue la coscienza umana, ma la precede, ecco che allora i
simboli religiosi non sono altro che rappresentazioni collettive, immagini
arcaiche, riscontrabili nelle diverse tradizioni religiose, nelle mitologie,
nei sogni e nei deliri dell’uomo.
I sogni e le fantasie e le
psicosi producono immagini che, secondo ogni apparenza, sono identiche a motivi
mitologici dei quali gli uomini in questione non avevano conoscenza alcuna”
Carl Gustav, Jung, Psicologia e religione, Bollati Boringhieri, Torino 1992, p. 505]
UFO e sogni lucidi
Esistono degli elementi tipici, riscontrabili nella maggior parte dei casi
di abduction (rapimenti da parte di alieni), e sono la particolare situazione
in cui avviene il rapimento. Nella maggior parte dei casi il rapito sta
guidando un auto oppure dorme nel suo letto. Nel secondo caso i rapiti
raccontano di essersi svegliati e in preda al panico sentono la presenza di un
entità nella stanza, e nella maggior parte delle volte non riescono a muoversi,
cercano di svegliare il compagno di stanza ma senza alcun risultato perché
risulta insensibile a qualsiasi tipo di sollecitazione. Dopodiché vengono
trasportati a bordo di un UFO grazie a un raggio che li trae fuori dalla
finestra. Sull’UFO come abbiamo già visto vengono sottoposti a visite mediche,
e in alcuni casi vengono utilizzati come cavie per esperimenti di
ibridizzazione, oppure subiscono degli innesti (vengono inseriti dei corpi
estranei (sonde) di solito direttamente nel cervello attraverso il naso o le
orecchie). Il rapito al ritorno può accusare la presenza di strane cicatrici o
di stigmati, in alcuni casi dei veri e propri pittogrammi, come per esempio il
simbolo del sole, ecc... [Johannes, Fiebag, Gli
Alieni. Contatti con intelligenze extraterrestri, op. cit., pp. 213-218].
Ora
la mia ipotesi è che costoro non si svegliano affatto, almeno non nel senso
comunemente attribuito al termine. Mi spiego meglio, durante la coscienza di
veglia passiamo attraverso diversi gradi di consapevolezza, in alcuni casi
siamo più addormentati che svegli, e agiamo piuttosto inconsapevolmente, in
altri casi ancora (per esempio in situazione di estrema monotonia) il nostro
pensiero sembra vagare quasi come se stessimo sognando. Talvolta si manifestano
tutti i segni classici della trance: sguardo fisso e vuoto, corpo immobile
(simile alla catalessia). Unitamente a ciò si può verificare il rallentamento —
tipico della trance — di determinati riflessi, come la deglutizione e la
respirazione (Milton H. Erickson, Ernest L. Rossi, Sheila I. Rossi, Tecniche di
suggestione ipnotica, Astrolabio, Roma 1979, pp.287-288).
La
trance è dunque — oltre ai lapsus e agli "atti mancati" in genere —
un'attività piuttosto comune nella vita di ogni giorno. Si verifica ogni
qualvolta la nostra attenzione è captata intensamente da eventi interni o
esterni: per esempio la lettura di un libro, il tentativo di risoluzione di un
problema assillante, l'ascolto della nostra musica preferita, la visione di una
film coinvolgente, uno schock, uno stato di profonda confusione. Si tratta di
eventi che determinano il depotenziano delle strutture coscienti.
Non
mi pare perciò inopportuno ipotizzare un fenomeno di questo tipo di segno
opposto durante il sonno.
Se
dunque è vero che l’inconscio fa irruzione nella vita di veglia con lapsus,
dimenticanze, pazzia e allucinazioni, sembrerebbe possibile il processo
inverso.
Anche durante il sonno si
possono riscontrare differenti livelli di consapevolezza. Non è raro infatti il
fenomeno dei falsi risvegli; la persona crede di essersi svegliata, si sente
sveglia e consapevole quindi si alza normalmente occupandosi delle sue attività
come se tutto fosse normale.
Incubazioni e UFO Abduction
I
Greci non dubitavano affatto del carattere oggettivo del sogno, e lo rileva lo
stesso linguaggio usato: l’uomo greco veniva “visitato” da un sogno, oppure
diceva di aver “visto” un sogno. Non diceva mai “ho fatto un sogno” [Carl
Alfred, Meier, Il sogno come terapia,
Edizioni Mediterranee, Roma 1987, p.
118]
Dall’altronde
è noto come fin dall’antichità, presso popolazioni di vario tipo si usasse
praticare rituali di incubazione.
“Gli
antichi Greci praticavano l’incubazione dormendo in luoghi sacri come i
santuari di eroi, certe voragini ritenute ingressi al mondo dei morti e
specialmente nei famosi templi di Asclepio a Epidauro, Coo e Pergamo.” [Marco,
Fiocchi, Sonno/sogno, in Enciclopedia
Einaudi. Società-Tecnica, Vol. XIII, Giulio Einaudi Editore, Torino 1971, p.
104]
Si
andava in pellegrinaggio nei luoghi di culto in onore di Asclepio (Dio Greco
della medicina), dove, durante il sogno avveniva l’epifania del Dio e la
conseguente guarigione. Prima dell’incubazione era necessario fare alcuni riti
di purificazione, in particolare un bagno purificatorio. Dopo il bagno e le
offerte sacrificali si poteva accedere al Kline (da cui prende il nome la
moderna clinica) dove i pazienti potevano ricevere il sogno “terapeutico” [Carl
Alfred, Meier, Il sogno come terapia,
op. cit., pp. 60-61].
Le terre del Cielo stellato
Prendiamo
ora in esame il caso di incontri con creature angeliche così come ci viene
raccontato da Emanuel Swedenborg (1688-1772), scienziato e mistico svedese che
dal 1736 cominciò a sperimentare visioni, alterazioni della personalità
psicosomatica e stati paranormali che lo condussero a una profonda crisi
religiosa. Swedenborg scrisse come fu portato da angeli e spiriti a visitare i
loro pianeti:
“Chi
non conosce gli arcani del Cielo non può credere che un uomo possa vedere Terre
così lontane, e raccontarne qualche cosa dietro l’esperienza dei suoi sensi. Ma
costui sappia che gli spazi e le distanze, e quindi le progressioni, che
esistono nel mondo naturale, sono nella loro origine e prima causa mutazioni di
stato degli interiori; che appo gli angeli e gli spiriti tali spazi e distanze
e progressioni appariscono secondo queste mutazioni di stato; che così gli
angeli e gli spiriti possono, mediante queste mutazioni, essere trasportati
apparentemente da un luogo a un altro, e da una Terra in un’altra, anche alle
Terre che sono all’estremità dell’Universo.
La stessa cosa è anche dell’uomo, in quanto il suo spirito, il suo corpo
rimane ciò nondimeno nel suo posto. Così è stato per me, dacché, mercè la
Divina Misericordia del Signore, gl’interiori appartenenti al mio spirito mi
sono stati aperti, e in questa guisa mi è stato dato di parlare e conversare
con gli spiriti e gli angeli”.
(Emmanuel,
Swedenborg, Le terre del Cielo stellato,
i loro abitanti, i loro spiriti e angeli, Bocca, Milano, 1944 citato da
Corrado, e Roberto, Pinotti, I fenomeni
B.V.M., Oscar Mondadori/Arcana, Milano 1990, p. 156].
Quello
che mi preme sottolineare è che le mutazioni
di stato sono in primo luogo “mutazioni di stato degli interiori” che
permettono di coprire spazi immensi grazie al principio di condensazione e
spostamento. Inoltre come in molti casi
di stati alterati di coscienza, racconta che “il corpo rimane ciò nondimeno nel
suo posto”, in pratica ammette di non essere stato trasportato fisicamente su
questi pianeti, si tratta perciò di una sorta di sogno lucido, oppure potrebbe
essere definito un’OOBE (out of the body experienced - fenomeno di esperienza
extracorporea)
Nella tradizione esoterica il
sogno lucido viene chiamato viaggio astrale, viene cioé interpretato come
viaggio fuori dal corpo.
A mio parere questo non vuol
dire che si sia usciti realmente fuori dal corpo (o almeno non possiamo
provarlo scientificamente poiché il fenomeno è profondamente soggettivo e la
realtà esterna della veglia viene vista in modo distorto rispetto alla
percezione fisica, un po’ come in un sogno, rendendo così pressochè impossibili
esperimenti pratici).
D'altronde nel sogno ci
trovaimo a muoverci con un "corpo di sogno"...
Secondo LaBerge un sogno
lucido è caratterizzato da tre componenti:
1. Metacognitiva:
"Io"
2. Semantica: "Sto
sognando"
3. Volitiva:
"Voglio..."
La differenza fondamentale tra
un sogno lucido e una OBE starebbe solo nell'interpretazione dell'esperienza:
"Sto avendo una esperienza extracoorporea" piuttosto che "Sto
sognando".
LaBerge inoltre opera una
distinzione fra quelli che lui chiama DILT's (Dream Induced Lucid Dreams) e i
WILD's (Wake Induced Lucid Dreams). Nel primo caso il sognatore si rende conto
di stare sognando e sviluppa un sogno lucido mentre nel secondo caso si
verifica un passaggio diretto dalla veglia alla fase REM senza discontinuità di
coscienza.
I WILD's hanno parecchie
somiglianze con le OOBE's. In entrambi i casi i soggetti dicono di sperimentare
vibrazioni, sensazioni elettriche, paralisi, sensazioni di fluttazione o di
sprodondamento, caduta nel vuoto, allucinazioni uditive di vario tipo (voci,
suoni oppure sibili e ronzii).
In
pratica la mia ipotesi è questa, la persona nel sonno sogna di svegliarsi. Mi
sto riferendo a un fenomeno ben conosciuto, che viene riportato anche da Freud,
quando spiega come il sogno nell’adempiere la sua funzione di custode del sonno
soddisfa i desideri che premono alla coscienza in forma allucinatoria, creando
per esempio un sogno in cui ci si alza per andare a bere.
Come
ho già descritto in precedenza, nei casi di abduction la persona si sveglia e
in seguito sente la presenza di una entità che risulta essere quella di un
alieno.
Ebbene il sogno lucido in molti casi viene scatenato proprio da una esperienza
bizzarra che spesso si rivela essere piuttosto sconvolgente.
Dunque
la successione a mio parere è questa: falso risveglio oppure un Wake Induced
Lucid Dream, a cui succede uno choc che fa innescare l’esperienza di sogno
vivido e pre-lucido che non viene però riconosciuto come tale, nel senso che
gli alieni non vengono riconosciuti come creazioni della propria mente. Dopodiché
la persona cerca di risvegliare il compagno di stanza urlando o scuotendolo
senza alcun riscontro positivo anche perché si sta ancora sognando, in altri
casi ci si sente paralizzati da un raggio che viene inviato dagli alieni,
questa sensazione è dovuta alla paralisi corporea propria dello stadio REM che
permette appunto il sogno, in altri casi ancora si parla di soul abduction
(rapimento dell’anima, intepretazione dell'vento come una OOBE). In ciascuno di
questi casi si viene rapiti a bordo di un UFO e trasportati via dalla propria
casa per subire una serie di esperimenti di varia natura.
Iniziazioni e UFO Abduction
A
mio parere ci troviamo di fronte a un moderno rito di iniziazione. L’iniziazione
è un fenomeno universale riscontrabile presso quasi tutte le popolazioni, ma là
dove essa scompare, la società stessa risulta destabilizzata
[Philippe-Emmanuel, Rausis, L’iniziazione,
Oscar Saggi Mondadori, Milano 1997, p.
52] è questa a mio parere la causa della grande diffusione di questi fenomeni.
Siamo
evidentemente in un momento di transizione a livello collettivo, tra la vecchia
e la nuova realtà, il rito di passaggio che viene a mancare nella società
moderna, nelle civiltà primitive consentiva e consente di gestire all’interno
di una struttura simbolica, la crisi che si verifica nei momenti cruciali
dell’esistenza [Betti, Marenko, Ibridazioni, Castelvecchi Editore, Roma
1997, p. 78).
L’iniziazione
tribale viene suddivisa da Arnold Van Gennep in tre fasi: la separazione, la
reclusione e infine la gestazione dell’essere nuovo, questi tre momenti vengono
definiti da Philippe-Emmanuel Rausis come: “rottura, per il momento di distacco
dall’ambiente familiare, chiusura per il periodo di formazione in segreto;
investitura per l’ultima fase nella quale l’iniziato si vede investito di un
ruolo preciso nel quadro della sua comunità.” [Philippe-Emmanuel, Rausis, L’iniziazione, op. cit., p. 53)
In
effetti anche i casi di abduction seguono questo percorso rituale, dapprima il
rapito viene trascinato con forza lontano dal luogo dove abita, e
nell’iniziazione tribale questo stadio corrisponde al momento in cui l’iniziato
viene allontanato dall’area familiare tramite un rapimento violento che
presenta appunto lo sradicamento dal mondo dell’infanzia. [Id., ibid., p. 54]
A
questa fase succede quella della chiusura, l’iniziato abbandona la realtà
quotidiana per essere catapultato in un mondo completamente sconosciuto, viene
infatti trasportato in uno spazio sacro
che spesso si trova in un luogo lontano e solitario come per esempio la foresta
[Id., ibid., p. 57].
Attualmente esistono ben pochi
luoghi solitari, forse l’unico posto rimasto è quello di un’astronave in orbita
intorno alla terra, simbolo anche del ventre materno.
In
molti casi in una sorta di ritorno al ventre materno a cui farà seguito la
rinascita “i neofiti devono penetrare in una stretta apertura e soggiornare in
un luogo particolare che rappresenta una matrice o un ventre mostruoso”. È
anche il caso del rituale Greco di incubazione presso Trofonio, l’incubante
dopo aver eseguito i rituali purificatori veniva “vestito con una tunica bianca
e avvolto con delle fasce come un neonato. Poi, con una scala, poteva scendere
nella caverna sottostante (catabasi). Giungeva con i piedi in avanti e
strisciava fino ai ginocchi in un buco strettissimo [...] In mano teneva delle
torte di miele per darle ai serpenti che infestavano quella grotta. [...]
L’anabasi, ovvero la risalita [...] avveniva anch’essa con i piedi in avanti
[...] cosa che ci ricorda significativamente una rinascita” [Carl Alfred,
Meier, Il sogno come terapia, op.
cit., p. 88] Quello che risulta da questo rituale è che gli incubanti durante
il soggiorno nella grotta erano prigionieri della divinità [Id., ibid., p. 95]
poiché dovevano attendere finché non avessero ricevuto il sogno terapeutico con
la conseguente epifania del Dio.
L’UFO
può essere inteso anche come il ventre, la grotta dove l’iniziato veniva
portato per subire la metamorfosi che presiedeva alla seconda nascita. Gli
esperimenti che gli UFOnauti compiono sul rapito fanno pensare a concetti come
mutazioni genetiche, innesti, l’inserimento di corpi estranei per la creazione
dell’uomo macchina del futuro, che si riscontrano in concetti come il cyborg,
nell’uso di droghe psicoattive e di tatuaggi tanto di moda presso la
popolazione giovanile. Anche durante l’iniziazione tribale sono presenti temi
come “l’ascensione al cielo e l’incontro di spiriti, la discesa agli inferi e
l’incontro con anime dei morti, lo smembramento del proprio corpo e la sua
ricostituzione normale” [Marco, Fiocchi, Sonno/sogno,
op. cit., p. 107] È interessante in relazione ai presunti innesti corporei
riportare anche il racconto di un mago della tribù Unmatjera riportato da
Spencer e Gillen: “un giorno, da giovane, “vide” venirgli incontro un vecchio
mago che gli scagliò addosso delle pietre atnongara (pietre che costituiscono
uno dei parafernali dei maghi). Con ciò l’uccise, gli asportò i visceri e
abbandonò a terra il suo cadavere per tutta la notte. L’indomani il vecchio
tornò sul posto, inserì nel cadavere altre pietre atnongara, lo ricoprì di
foglie e vi eseguì sopra un canto. Poi il vecchio ricostituì i visceri dentro
il corpo, vi aggiunse nuove pietre e con alcuni colpetti al capo lo resuscitò”
[Id., ibid., p. 109].
Infine
abbiamo l’ultimo stadio che è la seconda nascita dove “l’iniziato viene
investito di un ruolo preciso nel quadro della sua comunità”
[Philippe-Emmanuel, Rausis, L’iniziazione,
op. cit., p. 53]. Solitamente Asclepio il Dio della medicina, richiedeva in
cambio della guarigione un prodotto letterario [Carl Alfred, Meier, Il sogno come terapia, p. 97]. Anche i
contattati dopo questa esperienza sconvolgente (sempre che non sia inventata),
scrivono dei libri e si presentano in TV
per sostenere le loro tesi, in alcuni
casi fondano delle vere e proprie religioni.
Mentre
per quanto riguarda le stigmate, l’iniziazione tradizionale non prevedeva una
dicotomia corpo/mente, anzi, per modificare la mente era necessario eseguire
una sorta di chirurgia magica sul corpo, come per esempio la circoncisione, il
tatuaggio, l’estirpazione dei capelli, e mutilazioni varie. “I riti di
mutilazione, di tatuaggio o di ablazione hanno tutti lo stesso scopo: incidere
nella persona, che crede di bastare a se stessa, un’apertura verso l’alterità,
operando nell’individuo una sorta di lacerazione” Philippe-Emmanuel, Rausis, L’iniziazione, op. cit., p. 55].
Vorrei
inoltre far notare che l’alieno standard viene descritto come un essere di
bassa statura dalla pelle grigia e squamosa, con grossi occhi sporgenti senza
sopracciglia, una piccola fessura la posto della bocca e due buchi al posto del
naso, in pratica si presentano come una razza che discende dai rettili.
Ebbene
il dio Greco Asclepio oltre alla sua immagine abituale di uomo poteva assumere
l’aspetto di un serpente, in riferimento alla capacità del serpente di
ricambiare la propria pelle. Ci ricolleghiamo qui ai concetti di metamorfosi,
mutazione genetica ed evoluzione.
Sembrerebbe che l’uomo nella
società globale abbia un hardware ormai obsoleto, secondo alcuni “guru del
virtuale” la razza umana deve perciò liberarsi dalla sua prigione biologica
mutandosi in una nuova specie che potremmo definire extraterrestre, una specie
mutante che deve subire una metamorfosi per poter sostenere la trasformazione
in atto. Un'essere cyborg.
L’alieno con la sua
insensibilità, rappresenta l’uomo-macchina del futuro.
Secondo Stelarc, un esponente
della body art cibernetica “il corpo dev’essere svuotato, indurito e
disidratato, e le sue interiora gettate via in modo da trasformarlo in “un
ricettacolo migliore per la tecnologia” [Mark, Dery, Velocità di fuga, op. cit., p. 182]
I
piccoli esseri grigi sono inoltre esseri asessuati, e per questo ci ricordano
l’attuale tendenza nella società
post-moderna a rendere permeabili i confini tra i due sessi (basti pensare a
tutto il discorso sull’identità in rete).
L'esponente
del ciber-femminismo Donna Haraway (Donna, Haraway, Manifesto Cyborg. Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo,
Feltrinelli, collana Interzone, Milano 1995) potrebbe definirli esseri cyborg,
ovvero un "nuovo genere che non si
caratterizza più per il suo essere uomo o donna, uomo o macchina, ma sintesi
postmoderna di una nuova forma di soggettività che, in quanto sganciata dalla
storia delle opposizioni storiche uomo/donna, uguale/diverso, può fondare le
regole di una nuova comunità." [Paolo, Ferri, “Apocalittici o integrati”,
in AA.VV., Internet e le muse,
Associazione culturale Mimesis, Milano 1997, p. 104).
Mi
rendo conto che si tratta solamente di ipotesi che vanno prese con il beneficio
dell’inventario. Si sarebbe potuto spiegare il fenomeno differentemente, se
l’ho voluto decifrare in termini che potrebbero essere definiti Junghiani, è
perché mi sembravano in questo caso efficaci.