Sogni lucidi e costruttivismo

 

Appena ci appartiamo  e chiudiamo gli occhi ci rendiamo conto che esiste un flusso di pensieri che, similmente un brusio di sottofondo ci accompagna costantemente. Ma quando cominciamo a portare la nostra attenzione sempre più all'interno distaccandoci dall'ambiente circostante, il brusio di sottofondo si manifesta in primo piano e ci troviamo in una condizione simile allo stato ipnagogico che precede il sonno vero e proprio. Se siamo stanchi e ci facciamo coinvolgere da queste immagini e pensieri automatici perdiamo la nostra consapevolezza. Ecco allora che cominciano a strutturarsi delle vere e proprie storie dapprima confuse e poi sempre più chiare e coinvolgenti e così cominciamo a sognare o per la precisione veniamo sognati.

Questo flusso di pensieri - seppure in modo sotterraneo e in larga misura inconsapevole - persiste durante la nostra vita di veglia e si manifesta con pensieri e immagini automatiche frutto di schemi profondi o tracce Karmiche che generano l'Io e interpretano l'esperienza così come la conosciamo facendoci reagire ad essa. È questa la natura dell'esistenza samsarica, della nostra struttura percettivo/reattiva.

 

Così anche durante la vita di veglia continuiamo a sognare perché continuiamo a raccontarci e a vivere storie su di noi, sugli altri e le consideriamo come l'unica realtà possibile. Ci identifichiamo con queste storie scambiando le nostre proiezioni come la pura verità.

L'esistenza samsarica vive in questo dualismo osservatore/osservato.

 

Le antiche discipline dello Yoga Tibetano del sonno e del sogno insegnano che quando sorge un pensiero, una immagine e ci si identifica con tale pensiero o immagine si perde la presenza e l'attenzione vaga qua e là sospinta dalle due pulsioni fondamentali: avversione e desiderio.

Quando ci identifichiamo con attaccamento e avversione noi generiamo emozioni negative che producono inevitabilmente azioni. Queste azioni (karma) vanno a costruire abitudini e tendenze a strutturare e quindi a reagire alla realtà stessa.

 

Le tracce karmiche restano in noi come schemi inconsci che creano ulteriore attaccamento e avversione generando un ciclo senza fine di azione e reazione chiamato samsara. Così le persone piene di collera in sé incontrano di continuo circostanze che sembrano giustificarla nel "mondo reale" e non si rendono conto che ciò è semplicemente il frutto delle precedenti tracce karmiche che vanno  a costituire il loro Io. Esse proiettano quel flusso di pensieri e immagini interiori ­­­— che hanno la stessa natura di un sogno — nella "realtà esterna".

 

Queste tracce karmiche si manifestano anche nel sogno. La nostra coscienza spostando la sua attenzione all'interno illumina le tracce karmiche che sono state stimolate durante la "vita di veglia".

Freud con la sua analisi dei sogni si è occupato prevalentemente di quelli che la tradizione Dzogchen (forma di Buddismo Tibetano) chiama i "sogni samsarici" o sogni derivanti da tracce Karmiche. Ma esistono anche i "sogni della chiarezza" simili a sogni lucidi o a sogni fonte di ispirazione religiosa, artistica, culturale e persino scientifica, durante i quali si possono ricevere idee, pratiche, profezie, illuminazioni... Questo tipo di sogni sono descritti anche da Jung.

Infine ci sono i "Sogni della chiara luce" quando il praticante dimora nella pura coscienza non-duale (rigpa) che possono essere considerati simili alla raggiunta lucidità nel sonno profondo descritta da Gackenbach e Bosveld (1993, Beyond Lucidity: Moving Toward Pure Consciousness).

 

 

Lo Yoga del Sogno

Lo Yoga tibetano del sogno insegna che tramite la pratica è possibile riconoscere la natura illusoria del sogno quando lo si vive — e non solo quando ci si sveglia.

E per giungere a ciò occorre cominciare ad acquisire nuove abitudini durante la vita da "svegli". Cambiare il proprio modo di approcciare la "realtà" perché se si mantiene la presenza durante la vita di veglia è molto probabile che ciò si manifesti durante il sogno. Così si insegna a riconoscere la natura onirica della vita: "Continuate a ricordare a voi stessi che state sognando le vostre esperienze: la rabbia che provate, la felicità, l'ansia, sono tutte parti di un sogno. La quercia che vi piace, l'auto che guidate, la persona a cui state parlando, sono tutte parte di un sogno. In questo modo si crea una nuova tendenza: quella di guardare all'esperienza come insostanziale, transitoria e intimamente connessa alle proiezioni della mente." (Tenzin Wangyal Rinpoche,

 

Lo yoga tibetano del sogno e del sonno, Ubaldini Editore, 1999, Roma, p. 87)

Occorre superare anche l'attaccamento e l'avversione: "Pensate tra voi: "Questa rabbia è un sogno. Questo desiderio è un sogno. Questa indignazione, questo dolore, questa esuberanza, sono un sogno". La verità contenuta in questa affermazione diventa chiara quando prestate attenzione ai processi interiori che producono gli stati emotivi: letteralmente, li sognate attraverso una complessa interazione di pensieri, immagini, condizioni corporee e sensazioni. La reattività emotiva non ha origine 'lì fuori', negli oggetti. Sorge, si sperimenta e cessa in voi." (Tenzin Wangyal Rinpoche, Lo yoga tibetano del sogno e del sonno, Ubaldini Editore, 1999, Roma, p. 89)

 

Alejandro Jodorowsky racconta: "Ci fu un tempo in cui, prima di addormentarmi, avevo l'abitudine di passare in rassegna tutti gli avvenimenti del giorno. Trasmettevo la moviola della mia giornata, prima dalla mattina alla sera, e poi al contrario, secondo il consiglio di un antico libro di magia. La pratica della "retromarcia" mi permetteva di distanziarmi dalle peripezie del giorno. [...] Passare in rassegna la mia giornata di sera equivaleva alla pratica di ricordare i miei sogni di mattina. [...] In veste di testimoni, si può interpretare la vita come si interpreta un sogno. [...] Posto che sogniamo la nostra vita, dobbiamo interpretarla e scoprire ciò che sta tentando di dirci, i messaggi che intende trasmetterci, fino a trasformarla in un sogno lucido. Una volta acquisita la lucidità, saremo liberi di intervenire sulla realtà sapendo che se ci limitiamo a occuparci dei nostri desideri egoistici, saremo travolti, perderemo l'imparzialità di giudizio, il controllo e, di conseguenza, la possibilità di compiere un atto vero. (Alejandro Jodorowsky, Psicomagia, Feltrinelli, pp. 70-72) 

 

Metodi occidentali

Un metodo meno drastico è quello sviluppato dal Dr. Stephen LaBerge, che ha studiato il sogno lucido alla Standford University (LaBerge, Lucid Dreaming, 1986).

Il fenomeno del sogno lucido era stato studiato in precedenza con metodi ed esiti simili da Hervey de Saint-Denis (1867), Frederik Van Eeden (1913), Mary Arnold-Forster (1921), Celia Green (1968), Charles Tart (1969).

Hervey de Saint-Denis già nel 1867 nel suo libro “Les rêves  et les moyens de les diriger (i sogni e i mezzi per dirigerli) presenta le sue tecniche di autosuggestione per controllare i sogni e mantenere lucidità durante i medesimi. [J. Allan, Hobson, La macchina dei sogni, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze 1992, p. 48]. Successivamente esperimenti di questo tipo sono stati portati avanti con successo da Mary Arnold-Forster (Studies in Dreams - 1921).

 

“Arnold-Forster condizionava il risveglio programmato alla percezione di elementi bizzarri nel sogno: si diceva che se succedevano cose assurde doveva essere un sogno e quindi si svegliava. In questo modo riuscì ad aumentare notevolmente la propria capacità di accedere al contenuto dei sogni, oltre ad assicurarsi un certo controllo sul corso degli avvenimenti onirici. [...] Si accorse che i sogni hanno un andamento periodico nel corso della notte, un’ipotesi che verificò mediante una serie di risvegli programmati con la sveglia. Arrivò anche alla giusta conclusione che i sogni avessero una durata consistente e non fossero quegli eventi istantanei che credevano Freud e altri autori” [J. Allan, Hobson, La macchina dei sogni, op. cit., p. 102].

 

Il metodo proposto da LaBerge consiste nel fare dei test di realtà durante la vita di veglia, ci si ferma e ci si domanda se stiamo veramente sognando, controllando l’ambiente circostante in cerca di qualsiasi tipo di indizio, per esempio la presenza di strani oggetti, l’ambiente che si trasforma sotto l’azione della nostra volontà.

 

Se diventa un’abitudine, è probabile che questo atteggiamento critico si presenti anche nel sogno innescando così un sogno lucido.

 

Per facilitare tutto ciò LaBerge ha sviluppato un apparecchio, il DreamLight, capace di riconoscere quando stiamo sognando, grazie all’identificazione dei movimenti dei globi oculari (fase REM - rapid eyes movement, che si presenta solo nel sogno), a quel punto il meccanismo attiva un particolare messaggio capace di  funzionare a mo’ di pro-memoria, come per esempio delle luci oppure dei suoni - a un livello tale da non provocare il risveglio - . Poiché gli stimoli esterni (per esempio un profumo, un dolore, una luce ecc...), possono penetrare nel sogno,  manifestandosi in qualche modo nella sua trama, grazie a questo indizio, il sognatore esperto, può riconoscere di stare sognando.

Gli studi effettuati da La Berge mostrano come sia possibile per il sognatore comunicare la raggiunta lucidità tramite una serie di movimenti oculari preestabiliti. Durante il sogno lucido l'encefalogramma mostra il caratteristico tracciato del sonno REM.

 

Paradossi nel sogno lucido

Come abbiamo visto la "via occidentale" riconosce tra i fattori che determinano l'insorgere della lucidità la percezione delle incongruenze (i fatti assurdi o irrazionali) presenti nel sogno e la conseguente metacomunicazione "sto sognando!". In quel momento è come se ci spostassimo a un livello logico superiore, a un metalivello, e questo cambia il sistema nel quale ci trovavamo. Fino ad allora eravamo determinati dal sogno e "facevamo" delle cose all'interno del sogno, mentre un commento sul sogno del tipo: "Io sto sognando", ci catapulta in uno stato completamente diverso rispetto al precedente, si tratta di una "rottura" che ci da l'opportunità di passare al livello logico immediatamente superiore, che può essere il sogno lucido o lo stato di veglia.

Il tutto avviene tramite un comportamento paradossale (entro i limiti epistemologici che governano la fase del sonno chiamata REM): in altre parole non reagiamo più ai fenomeni del sogno come se fossero reali.

 

Se la persona non si sveglia ed entra in un sogno lucido si verifica un fenomeno molto curioso e paradossale: nel momento in cui ci si rende conto di vivere in un sogno questo diventa molto più vivido e reale!

 

La paura  come alleato nel sonno lucido

A volte la paura (fenomeno comunemente associato alla perdita di consapevolezza e capacità critica nella vita di veglia) può creare una maggiore lucidità nel sogno.

 

Le intense emozioni scatenate da un incubo possono accrescere la consapevolezza del sognatore, è come se lo stato si shock o confusione aprisse uno spiraglio oltre gli schemi di comportamento abituali. In particolare, questo avviene se il sognatore compie qualcosa di inaspettato entro le cornici (le premesse) epistemologiche del sogno, per esempio si volge verso i suoi inseguitori e chiede chi sono e perché lo stanno inseguendo, in questo caso il più delle volte i mostri che non sono più alimentati dalla paure del sognatore perdono ogni potere, si trasformano in entità buone o spariscono e il sogno diventa lucido. Quest'ultimo fenomeno è insegnamento molto interessante così come il fatto che i sogni lucidi possono tornare a essere sogni normali se cominciamo a farci prendere dalla paura e dal desiderio (le due spinte karmiche fondamentali).

 

 

Stati di coscienza

Lo psichiatra olandese Frederik Van Eeden definiva il sonno come uno stato di dissociazione delle normali funzioni psichiche. A seguito di tale dissociazione viene a verificarsi una reintegrazione in una sfera di realtà differente (il sogno).

Normalmente non c'è una continuità di coscienza tra l'Io del sogno e l'Io della veglia.

 

Al contrario, nei sogni lucidi (termine coniato dallo stesso Frederik Van Eeden) l'Io del sogno ha memoria della vita diurna ed è capace di dirigere la sua attenzione/consapevolezza in modo piuttosto simile alla veglia (Sogni lucidi, a cura di Fabrizio Speziale, Edizioni Il Punto d'Incontro, 1999, p. 16-17). Si presume quindi una possibile espansione del normale stato di coscienza.

 

Anche Charles Tart giunge a conclusioni simili quando, postulando l'esistenza di molteplici "Stati di coscienza discreti" (d-Soc=discrete State of Consciusness), di cui l'ordinario stato di coscienza — chiamato b-Soc (basic State of Consciusness) — è solo uno dei possibili stati discreti, presume una serie di fasi di transizione  da uno stato di coscienza all'altro:

1. fase in cui il d-SoC è intatto

2. fase in cui il d-SoC viene destrutturato

3. fase in cui si ristruttura un nuovo d-SoC secondo una nuova configurazione Gestaltica.

 

Gli esperimenti condotti da LaBerge dimostrano che lo sviluppo di quello che le dottrine esoteriche chiamano "il corpo del sogno" è frutto di una pratica cumulativa.  I sognatori lucidi esperti in molti casi non hanno più bisogno del "test di realtà", col tempo strutturano un nuovo d-SoC quindi un contesto, una configurazione o sistema che mantiene una sua integrità o identità riconoscibile.

 

 

Quarto Stato

Da tempo immemorabile l'uomo ha sviluppato una serie di tecniche per espandere lo spazio esperienzale del b-Soc consentendo l'integrazione di diversi d-Soc.

 

Troviamo una descrizione precisa e al contempo enigmatica di questo processo nei Sivasutra.

I Sivasutra sono una raccolta di aforismi rivelati  - come racconta la leggenda - direttamente da Siva a Vasugupta tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo (Sogni lucidi, a cura di Fabrizio Speziale, Edizioni Il Punto d'Incontro, 1999, pp. 67-71).

 

Riporto alcuni aforismi particolarmente significativi nei quali si fa riferimento a un fantomatico "quarto stato":

   Anche durante i vari stati di veglia, sogno e sonno profondo, la presenza del quarto stato non viene meno.

   La conoscenza sensibile è lo stato di veglia.

   Le rappresentazioni mentali sono lo stato di sogno.

   La non discriminazione è il sonno di maya.

   Il signore degli eroi ha libero dominio su tutti e tre.

   Il sé è un danzatore.

   Il sé interiore è la scena.

   I sensi sono gli spettatori.

 

Si insegna che chi ha dominio sui tre stati raggiunge uno stato di coscienza chiamato Thurya (quarto stato).

Thurya è considerabile come una sorta di metalivello (per questo viene chiamato quarto stato) rispetto agli altri stati di coscienza. Infatti sorge dallo consapevolezza degli altri tre stati di cui solo il primo (normalmente) è accompagnato da coscienza: "Nei tre deve essere versato come olio di sesamo il quarto".

 

Si parla infine di uno stato transquarto che consiste nella immedesimazione con Siva: "Siva lodiamo... colui al cui schiudere e chiudere di ciglia il mondo nasce e si dissolve".

L'intero universo si trasforma nella danza di Siva da cui tutto dipende e tutto riposa. Lo yogin identificandosi con questo incessante movimento riconosce l'universo stesso come una sua costruzione mentale: "Il sé interiore è la scena, i sensi sono gli spettatori".

 

 

Il libro tibetano dei morti

Quando entriamo nel sonno passiamo da una fase in cui l'organizzazione cognitiva è ancora intatta (fase dell'Io intatto) a una seconda fase durante la quale i contenuti sono frammentari e disorganizzati (fase dell'Io frammentato). Infine nella terza fase ciò che era destrutturato si riorganizza secondo il nuovo paradigma (fase dell'Io ristrutturato) del sogno.

Nella pratica tibetana della "luce naturale" è posta particolare attenzione al momento di passaggio tra il momento in cui ci si addormenta e il sogno. Si insegna che in questo momento, in cui la mente non ha cominciato ancora a costruire la realtà del sogno, ci si trova in presenza dello stato della "luce naturale".

 

Questa pratica viene considerata come preparazione alla morte poiché quando una persona muore similmente all'avvicendarsi del sonno i sensi cominciano a svanire e quindi sopraggiunge uno stato di incoscienza.

Da questo stato di incoscienza l'anima del morente si risveglia e separandosi dal corpo fisico sta senza supporto, nuda; allora sorge una visione simile allo spazio senza nuvole e la luce originaria si manifesta: "La base di tutto è come il cielo nella dimensione senza limiti. La saggezza innata, come il sole, splende uniforme in tutte le direzioni; le manifestazioni dei tre Corpi splendono come raggi di sole senza fine. Così il perfetto bene degli esseri viene sempre raggiunto"

 

In quel momento il morente è al limite tra la reale comprensione e l'errore, tra il samsara e il nirvana. Ha infatti la possibilità di risvegliarsi se riconosce le manifestazioni (i suoni, le luci, i raggi luminosi) come proprie proiezioni mentali. Ma se le considera come fenomeni oggettivi e se ne spaventa non riconosce la loro vera natura e entra come in un sogno: "Sorge un vento furioso che agita il lago della conoscenza. Si viene agitati dalle increspature delle tendenze precedenti e dalle onde dei pensieri distraenti. Lo spazio della base di tutto viene oscurato dalle nuvole dell'illusione. Il sole della conoscenza è coperto dalle tenebre delle passioni." 

L'anima ha mancato il riconoscimento della sua condizione originaria e sorgono le visioni beatifiche e terrifiche  delle divinità. Spiega Jung: "La suprema visione raggiungibile non compare alla fine del bardo, ma precisamente al principio, al momento della morte; quel che accade dopo è un lento scivolare nell'illusione e nell'ottenebramento fino a cadere in una nuova nascita fisica." (Psicologia e religione, Bollati Boringhieri, p. 537)

 

 

Forze Modellanti e Destrutturanti

Come abbiamo visto il passaggio da uno stato di coscienza a un altro comporta un processo in tre fasi (fase in cui il d-SoC è strutturato, fase in cui il d-SoC viene destrutturato, fase in cui un nuovo d-SoC viene indotto) ma non abbiamo ancora specificato che occorre l'intervento di due forze psicologiche e/o fisiologiche: una forza che interrompe lo stato di coscienza e una forza capace di modellare un nuovo stato di coscienza.

 

Per esempio le prime forme di induzione ipnotica erano particolarmente destrutturanti:

   "L'Abate di Faria, nei primi tempi dell'ipnosi, 'ipnotizzò' contadini ignoranti guidandoli per passaggi scuri in una stanza buia, e quindi facendo scoppiare improvvisamente un contenitore di polvere da sparo mentre colpiva un enorme gong." (Charles T. Tart, Stati di coscienza, Astrolabio, Roma 1977, p. 83)

   "Il danese Hansen agisce preferibilmente su dei giovani nervosi, pallidi con l'occhio esaltato; soggetti suggestionabilissimi. Li fa girare in cerchio, ne ferma uno bruscamente, gli rovescia la testa all'indietro fissandolo molto vicino. Il sonno è ottenuto istantaneamente." (Erminio Di Pisa, Corso di ipnomagnetismo pratico, MEB, 1985 Padova, p. 130)

   "Charcot ipnotizzava stimolando in maniera intensa gli organi di senso. Egli colpiva l'odorato con l'odore pungente dell'ammoniaca, accecava gli occhi con potenti fasci di luce, impegnava l'udito con potenti colpi di gong."  (Alfonso Siani, Manuale di ipnosi, Selecta Medica , Pavia, 2000, p. 156)

 

Potremmo catalogare le moderne tecniche di induzione in vario modo per esempio si può proporre questo tipo di suddivisione:

1. Tecniche psico-fisiologiche

2. Techiche psico-immaginative

3. Tecniche distoniche

4. Tecniche di blocco dell'emisfero dominante

 

Tutte queste tecniche prevedono un passaggio attraverso le fasi descritte da Tart e l'intervento di forze disgreganti e forze modellanti.

 

Due esempi:

1. Tecniche psico-fisiologiche

Strategia:

   Creare un situazione di cui si conoscono le conseguenze psico-fisiologiche. Questa situazione comporta una focalizzazione dell'attenzione.

   Segue il cosiddetto Pacing  = Sincronizzazione su ciò che sta avvenendo o per avvenire, persuadendo il soggetto che il fenomeno è diretta conseguenza della suggestione dell'ipnotista (incorporazione). Questa situazione comporta un depotenziamento degli atteggiamenti coscienti e una prima destrutturazione dello stato di veglia (abbassamento della critica)

   Leading = Accompagnare il soggetto a un approfondimento dello stato, alla realizzazione di altri fenomeni più complessi (campo affermativo positivo). Questa situazione comporta la risposta ipnotica vera e propria.

Gli esempi sono molteplici: fissazione dell'attenzione, retrovulsione oculare, massaggio ai lati o direttamente sui bulbi oculari, iperventilazione, barcollamenti e rotazioni del capo, metodo di jacobson per il rilassamento proggressivo...

 

Anche un semplice disco ipnotico a spirale può diventare un pretesto:

"Osservi bene... il disco ipnotico è fermo, ma la sua azione ipnotica è così intensa che sembra vorticare su se stesso sempre più velocemente... lei è come trascinato dalle spire del disco... il suo corpo si rilassa automaticamente... ogni parte delle sue membra è pesante, rilassata, inerte... il suo respiro diventa lungo e profondo proprio come accade prima di addormentarsi... le sue palpebre sono pesanti.. non riesce più a fissare il disco... ha sonno, molto sonno.. il suo corpo si rilassa sempre di più...la sua mente è attenta alle mie parole...ma lei è come precipitato nel silenzio, nel vuoto assoluto...ode la mia voce soltanto, lontana e ovattata.. lei è sempre più isolato, raccolto, calmo...una grande pace l'invade.. lei è sempre più rilassato e tranquillo...lei dorme profondamente..ma può ascoltare la mia voce e seguire le mie suggestioni..."

In genere anche la sola fissazione dello sguardo è un punto di partenza per l'ipnosi vera e propria: poiché le persone normalmente non si mette a fissare le cose intensamente, gli effetti visivi che si produrranno saranno insoliti e inaspettati anche se perfettamente naturali. Effetti come una serie di aureole colorate intorno all'oggetto, parti che scompaiono, nebbia, trasformazioni dell'oggetto o del viso dell'ipnotista..

 

2. Tecniche psico-immaginative

Strategia:

   Creare una situazione immaginaria vissuta in prima persona (ipnosi diretta) o tramite metafora (ipnosi indiretta), complessa o semplice, partendo dal sistema rappresentazionale primario (pacing). Ciò comporta una focalizzazione dell'attenzione sulla immagine proposta (monoideismo).

   Sviluppare la situazione tramite la sovrapposizione dei sistemi rappresentazionali (leading). Lo svolgimento naturale della situazione immaginaria è simmetrico all'effetto fisiologico che si vuole ottenere= col passare del tempo il monoidesimo si trasforma in ideoplasia (risposta ipnotica)

 

"Immagini che il suo corpo sia sdraiato in una barca. Perfettamente disteso e calmo. Questa barca ondeggia dolcemente e scivola lentamente, sempre più calma e tranquilla. Man mano che scivola questa barca il suo corpo si distende proggressivamente... Lei scivola nella calma, nella tranquillità. E mentre scivola nella calma, nella tranquillità si accorge che questo fiume si avvicina a una montagna. Si avvicina sempre più. E mentre si avvicina sempre più il suo corpo si va rilassando sempre più. Rilassamento, calma, benessere, tranquillità, serenità. Ai piedi di questa montagna, il fiume entra in una grotta. Man mano che la barca si avvicina, Lei scivola sempre più verso uno stato di calma. La barca sta entrando dentro la grotta. Questa grotta è scura, calma, tranquilla, serena. La barca entra piano piano in questa grotta. La luce diminuisce sempre più. Il suo corpo si rilassa, s'annulla sempre di più, perfettamente disteso, calmo, rilassato e tranquillo..."

 

Ogni classe di tecniche presenta un intervento primario su un elemento che compone il sistema (se consideriamo uno stato di coscienza come un sistema):

Le Tecniche psico-fisiologiche lavorano principalmente sulla variabile  fisiologia.

Le Tecniche psico-immaginative lavorano principalmente  sulla variabile immaginazione.

Le Tecniche distoniche lavorano principalmente sulla variabile emotività.

Le Tecniche di blocco dell'emisfero dominante lavorano principalmente sulla variabile cognitiva.

 

È inoltre interessante notare che le forze modellanti non sono solo quelle dell'ipnotista perché intervengono fattori soggettivi propri all'ipnotizzato, fattori oggettivi propri all'ambiente e fattori culturali.

 

Charles Tart propone tra le forze modellanti un d-SoC:

1. Fattori a lungo termine (cultura, personalità, fisiologia)

2. Fattori immediati (umore, aspettative, desideri)

3. Fattori della situazione o dell'esperimento (ambiente fisico, eventi sociali, istruzioni formali,  domande implicite)

(Charles T. Tart, Stati di coscienza, Astrolabio, Roma 1977, p. 158)

 

La concomitanza di questi fattori risulta evidente anche nell'assunzione di droghe allucinogene. Droghe allucinogene come l'LSD, la mescalina o la psilocibina sono capaci di interrompere i processi di stabilizzazione del d-SoC ordinario ma l'esperienza che sorgerà è estremamente variabile da individuo a individuo.

 

Don Juan

L'utilizzo di droghe allucinogene per esplorare altri stati di coscienza fu resa popolare da Carlos Castaneda, uno studente in Antropologia all'Università della California di Los Angeles, quando  (nel 1968) la casa editrice dell'Università pubblicò il suo libro The Teachings of Don Juan (la traduzione italiana, uscirà nel 1970 col titolo A scuola dallo stregone).  (Massimo Introvigne, Enciclopedia delle Religioni in Italia, Elledici, p. 719)

Sulla scia del successo del libro Castaneda pubblicherà tutta una serie di "sequel" dove mette duramente alla prova la credulità del lettore...

 

Nel libro Castaneda narra i suoi incontri e la sua iniziazione a una "realtà separata" da parte di uno sciamano messicano chiamato Don Juan Matus.

L'insegnamento di Don Juan verte su alcuni temi interessanti in linea con quanto detto finora.

Il b-SoC (la realtà consensuale) viene rappresentata da Don Juan come un'isola - l'isola del Tonal - dove l'uomo trascorre la sua vita cosciente senza oltreppassarne i confini. Oltre questa realtà (il Tonal) esiste il Nagual, tutto lo spazio e il mistero che circonda l'isola. Il Nagual potremmo definirlo come tutto ciò che va oltre la percezione ordinaria, tutti i possibili d-SoC.

 

La maniera particolare con cui la nostra attenzione (secondo Tart un elemento particolarmente importante nella strutturazione di un d-SoC è per l'appunto    l'attenzione/consapevolezza) elabora, seleziona e organizza le percezioni deriva da un addestramento specifico iniziato nella nostra infanzia.

Secondo Charles Tart un d-SoC come sistema si stabilizza grazie a 4 attività:

1. Stabilizzazione per caricamento

2. Stabilizzazione per feedback  positivo 

3. Stabilizzazione per feedback  negativo

4. Stabilizzazione per limitazione 

"se si vuole che un individuo sia un buon cittadino (1) lo si tiene occupato con quelle attività che costituiscono l'essere un buon cittadino, in modo che non abbia tempo o energia per nient'altro; (2) lo si ricompensa per aver portato avanti queste attività; (3) lo si punisce se intraprende attività indesiderabili; (4) si cerca di limitare le sue occasioni di intraprendere attività indesiderabili"

 

Il bambino impara presto a percepire la realtà secondo il mondo degli adulti, in base a una certa descrizione tramandata e sostenuta dai componenti della società (chiamata da Don Juan il Tonal dei tempi) nel quale il bambino si trova a vivere.

Questa realtà viene interiorizzata come un dialogo interiore, un racconto che ciascun  individuo fa a sé stesso.

 

Don Juan spiega a Carlos che la nostra attenzione e il nostro dialogo interno sostengono il mondo come lo conosciamo. 
La prima cosa da fare è dunque l'interruzione del nostro dialogo interiore. Tale tecnica che Don Juan chiama "fermare il mondo" è la base delle varie forme di meditazione.

Le varie forme di meditazione propongono sostanzialmente una totale focalizzazione su un punto (concentrazione) oppure una totale defocalizzazione (stato del testimone). Il risultato finale è in ogni caso una sospensione del dialogo interiore e quindi una sottrazione dell'attenzione/consapevolezza dai normali processi di funzionamento di stabilizzazione. Secondo Tart anche la postura meditativa tende a destabilizzare l'ordinario d-SoC.

 

Don Juan insegna a Carlos Castaneda che il punto di assemblaggio è il punto in cui il mondo viene trasformato in dati sensoriali e quindi interpretato tramite il dialogo interiore. Quando questo punto viene spostato diventa possibile la percezione di realtà differenti. Gli stregoni dell'antico messico avevano scoperto che attraverso le "piante di potere" (piante allucinogene) potevano spostare il loro punto di assemblaggio ma ciò comportava alcuni effetti indesiderati sul piano fisico.

 

Scoprirono allora che in determinate condizioni si apriva una porta tra i mondi. In particolare quando si scivola nel sonno la fissazione del punto di assemblaggio cambia. Gli stregoni impararono come utilizzare coscientemente questo spostamento naturale del punto di assemblaggio. Don Juan insegnerà a Castaneda l'arte di sognare... ma questa è un'altra storia

Concludo questo argomento ricordando al lettore che è stato messa in dubbio l'effettiva esistenza del personaggio descritto da Castaneda così come l'effettiva realtà delle esperienze riportate da Castaneda. Molto probabilmente i racconti di Castaneda sono solo un primo esempio degli innumerevoli romanzi e romanzetti new Age che circolano in quest'epoca. Nonostante ciò presentano un certo interesse e validità. (Chiaramente ho riportato ciò che mi sembrava plausibile e interessante)

 

 

Rapimenti da parte di alieni

Parliamo ora del fenomeno dei rapimenti da parte di alieni, un tema che apparentemente non ha nulla a che fare con i sogni lucidi.

Centinaia di persone raccontano come siano stati rapite a bordo di astronavi, da “piccoli alieni grigi” costrette contro la loro volontà a essere sottoposte a visite mediche e a dolorosi interventi. [Johannes, Fiebag, Gli Alieni. Contatti con intelligenze extraterrestri, Edizioni Mediterranee, Roma 1994, p. 45].

 

Il racconto avviene per la maggior parte dei casi in stato di ipnosi, perché di solito la memoria dell’evento viene cancellata, il rapito al ritorno a casa si sente strano e sente di non ricordare qualcosa di importante, oppure  è stato cosciente fino all’arrivo dell’Ufo e poi è svenuto e non si ricorda più nulla, a quel punto si rivolge a un ipnotista, magari alla TREAT (Treatment and Research on Experienced Anomalous Trauma=Trattamento e ricerca di esperienze traumatiche anomale) un’associazione di medici - sorta in America - rivolta al trattamento e al sostegno morale di casi di questo genere. [Id., ibid., p. 173].

 

L’ipnotizzato nella maggior parte dei casi riporta racconti di abusi sessuali.

Le donne rapite, dicono di essere state fecondate artificialmente, e, dopo qualche settimana o mese, di essere state di nuovo rapite allo scopo di asportare l’embrione in fase di sviluppo, mentre gli uomini dicono di essere stati costretti al prelevamento dello sperma o ad accoppiarsi con un’Aliena, tutto ciò comporta forti analogie con i racconti di abusi satanici dove le donne raccontano di essere state usate come breeders, “cioè produttrici di bambini per i culti, la cui nascita non viene denunciata all’anagrafe in modo da poterli sacrificare a Satana senza correre troppi rischi.” [Massimo, Introvigne, Indagine sul satanismo, Oscar Saggi Arnoldo Mondadori editore, 1994, Milano, p. 333].

 

Sembra un racconto nuovo, da fine millennio, ma dall’antichità l’uomo è stato visitato da esseri provenienti dall’Altra dimensione, e si narra anche nei tempi passati, di rapimenti molto simili ai casi di abduction odierni, soltanto che allora non erano alieni su astronavi, ma Elfi, Fate o Gnomi. Johannes Fiebag nel suo libro già citato riporta alcuni leggende, fiabe, e testimonianze che narrano come le donne venissero rapite per fare da levatrici agli Elfi. Una fiaba Irlandese racconta come una donna, Molly venga rapita perché allatti i figli delle fate. Il marito non si da pace finché non trova l’ingresso “all’altro mondo”  e riesce a liberarla.

 

Inoltre, esistono nella mitologia anglosassone anche i Puck, esseri nati da unioni fra uomini e fate. “Il Puck è simile a uno gnomo, dal corpo gracile, quasi sempre nudo, con grandi occhi e una testa sproporzionata”, in effetti somigliano molto ai “piccoli grigi” che sono diventati ormai l’immagine standard di alieno nell’immaginario collettivo. (p 55 gli alieni). Poi ci sono tutte le storie di incubi e succubi (che nella cultura Greca venivano intesi come entità intermedie che stanno tra l’uomo e gli Dei) capaci di assumere le forme di donne o di uomini attraenti e di giacere a letto con i mortali.

Anche nella Genesi (6, 1-4) si narra come esseri celesti si siano uniti con le figlie degli uomini con la seguente creazione della razza dei giganti:

“I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle  e ne presero per moglie quante ne vollero.[...] C’erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.”

 

Mentre Paracelso li descrive in questi termini: “Pur essendo di piccola costituzione e bassi di statura, possono presentarsi agli uomini come vogliono, grandi, piccoli, belli o deformi, con la massima magnificenza o in grande povertà. Perché non c’è arte o astuzia che non conoscano, fin dove la luce della Natura può arrivare”. [Johannes, Fiebag, Gli Alieni. Contatti con intelligenze extraterrestri, op. cit., p. 58].

 

 

Natura psichica dell'incontro con  l'Altro (l'Alieno)

Altri esseri straordinari che l’uomo continua a vedere alla fine del ventesimo secolo:

   Mostri acquatici come Nessy, quello di LochNess;

   Lo yeti e il suo corrispettivo Americano il Big-foot;

   In Africa si dice che esistano ancora dei sauri che mangiano rinoceronti;

   Nel Texas è stato avvistato più volte un gigantesco uccello, tanto che la radio locale mise in palio 1000 dollari per chi sarebbe stato capace di catturarlo vivo;

   Un gigante simile a un pinguino, alto quasi 4 metri, che vive a Clearwater in Florida;

   Una tartaruga delle dimensioni di un maggiolino VolksWagen, che vive nello stato dell’Indiana, in un lago presso la località di Churubusco;

   Un serpente marino lungo 8 metri nel lago Flathead, in Montana;

   Il “demonio di Dover”, che vive nel Massachussetts, un individuo dalla pelle arancione e la testa fatta a “8”;

   un mostro squamoso a Ohio-Tal;

   orde di gatti neri simili a pantere, che vengono avvistate alle periferie delle grandi città americane;

   Champ, un mostro simile a Nessy, che vive nel lago Champlain, nello stato di New York;

   altro mostro preistorico, soprannominato “Ogopogo”, che vive nel lago Okanagan, in Canada;

   Chessy, un serpente gigantesco che vive nelle acque della Chesapeak Bay, vicino a Williamsburg, Virginia;

   il Goat Man (uomo capra), mezzo uomo e mezzo capra, alquanto simile a Pan, il dio greco delle greggi;

   il Clinton Cat (uomo gatto), un gatto gigantesco, che non c’entra nulla con l’attuale presidente americano, ma che spaventa gli automobilisti solitari nelle strade poco trafficate; i Phantom-Dogs o Spectral-Dogs che, dopo essere stati investiti, spariscono; Snallygaster, il drago volante, avvistato nel 1909 e nel 1932 sopra Frederick Valley, tutti residenti nello stato federale del Maryland;

   un serpente con gobbe, lungo 10 metri, nel lago Erie, in Canada;

   il Jersey Devil (Diavolo del New Jersey), mostro con la testa di cavallo, corpo di canguro, ali di pipistrello, piedi di porco e coda di drago, dal grido agghiacciante che penetra nelle ossa

[Id., ibid., pp. 148-149].

Si tratta di strane creature dotate di una natura fluida, gli si spara contro e non sentono nulla, spesso spariscono improvvisamente nel vuoto come gli UFO, sembrerebbero provenienti da una realtà di natura psichica, piuttosto che fisica. Paracelso ci avverte che essi “si possono presentare come vogliono”, e infatti sembra che il rapito abbellisca l’evento con particolari della sua vita personale.

 

Per esempio il caso di Harrison Bailey: “un operaio dell’Illinois, che lavorava nell’acciaieria, nel corso del rapimento vide all’interno dell’UFO [...] impianti simili agli altiforni dell’acciaieria dove lavorava”. I membri dell’equipaggio portavano maschere di protezione come quelle dei saldatori” [Id., ibid., p. 178]. “Altri testimoni hanno visto UFOnauti alla guida dei loro veicoli che avevano la stessa faccia dei loro vicini di casa. Secondo alcuni dagli UFO sarebbero usciti dei dinosauri, mentre nel corso di un rapimento cui assisteva senza esservi coinvolto, un altro testimone avrebbe visto dei minuscoli cavalli attraversagli la camera da letto.” [Id., ibid., p. 178].

In certe zone e in determinati momenti la barriera che divide la nostra realtà da quella degli alieni si assottiglia, permettendo il contatto. Sembrerebbe che questi non siano altro che ricordi di copertura per un evento più profondo, sconvolgente, un viaggio all’interno del Sé, un incontro con l’Alieno interiore. [Id., ibid., p. 179].

 

Un caso che conferma l’ipotesi di natura interiore degli eventi di rapimento è quello della signora Maureen Puddy, che, una volta ricevuto il messaggio da parte degli alieni, di trovarsi in un determinato punto d’incontro, vuole portare con se degli amici:

Infine giungono sul posto, là dove per ben due volte era apparso a Maureen l’oggetto splendente di luce blu, e si fermano. Mentre Paul rimane in macchina, Judith Magee sale sull’auto della signora Puddy. [...]Mentre parlano fra loro dell’apparizione della strana figura vestita d’oro, Maureen Puddy la vede di nuovo: “Eccolo laggiù! Non riesce a vederlo anche lei? Indossa la stessa tuta dorata”. Il piccolo essere si dirige verso le due donne, attraversando di corsa il terreno che fiancheggia la strada, e si ferma davanti al faro sinistro della loro auto. Ma lo strano della situazione è che solo Maureen lo vede [...] la donna comincia a urlare di terrore, trema in tutto il corpo e crede effettivamente che la stiano rapendo..

[Id., ibid., p. 176].

 

 

Alieni e mitologia

Forse è vero come sostengono alcuni che le nostre religioni hanno un’origine extraterrestre, ma questa affermazione potrebbe essere intesa nel senso che gli Alieni non vengono dalla terra, cioè dalla realtà, ma da una dimensione più fluida, di natura acquea, l’inconscio.

 

Per diversi studiosi è il sogno che fonda la cultura e la religione delle popolazioni arcaiche. Pensiamo anche soltanto all’importanza dei sogni, delle visioni e delle divinazzazioni nella Bibbia e nel Corano.

 

“Tylor nella sua teoria evoluzionista circa l’origine e gli sviluppi della religione, attribuisce all’esperienza onirica il primo sorgere della riflessione religiosa, identificata da lui nell”animismo”, o credenza in esseri spirituali.[Marco, Fiocchi, Sonno/sogno, in Enciclopedia Einaudi. Società-Tecnica, Vol. XIII, Giulio Einaudi Editore, Torino 1971, p. 98] Per i popoli arcaici il confine tra il mondo visibile e quello invisibile è molto più labile, e le stesse religioni risultano essere influenzate dai sogni. “Devereux, a proposito degli indiani Mohave, illustra la dimensione mitopoetica e, più in generale, creatrice di cultura propria dei sogni. “Tutte le conoscenze intorno alla creazione vengono acquisite in sogno” [id., ibid., p. 99 Enciclopedia Einaudi].

Mentre Lévi-Strauss nell’opera “Il crudo e il cotto” mostra “non ...come gli uomini pensino nei miti, ma viceversa come i miti si pensino negli uomini a loro insaputa”

 

Secondo Jung l’inconscio non segue la coscienza umana, ma la precede, ecco che allora i simboli religiosi non sono altro che rappresentazioni collettive, immagini arcaiche, riscontrabili nelle diverse tradizioni religiose, nelle mitologie, nei sogni e nei deliri dell’uomo.

 

I sogni e le fantasie e le psicosi producono immagini che, secondo ogni apparenza, sono identiche a motivi mitologici dei quali gli uomini in questione non avevano conoscenza alcuna”

Carl Gustav, Jung, Psicologia e religione,  Bollati Boringhieri, Torino 1992, p. 505]

 

 

UFO e sogni lucidi

Esistono degli elementi tipici, riscontrabili nella maggior parte dei casi di abduction (rapimenti da parte di alieni), e sono la particolare situazione in cui avviene il rapimento. Nella maggior parte dei casi il rapito sta guidando un auto oppure dorme nel suo letto. Nel secondo caso i rapiti raccontano di essersi svegliati e in preda al panico sentono la presenza di un entità nella stanza, e nella maggior parte delle volte non riescono a muoversi, cercano di svegliare il compagno di stanza ma senza alcun risultato perché risulta insensibile a qualsiasi tipo di sollecitazione. Dopodiché vengono trasportati a bordo di un UFO grazie a un raggio che li trae fuori dalla finestra. Sull’UFO come abbiamo già visto vengono sottoposti a visite mediche, e in alcuni casi vengono utilizzati come cavie per esperimenti di ibridizzazione, oppure subiscono degli innesti (vengono inseriti dei corpi estranei (sonde) di solito direttamente nel cervello attraverso il naso o le orecchie). Il rapito al ritorno può accusare la presenza di strane cicatrici o di stigmati, in alcuni casi dei veri e propri pittogrammi, come per esempio il simbolo del sole, ecc... [Johannes, Fiebag, Gli Alieni. Contatti con intelligenze extraterrestri, op. cit., pp. 213-218].

 

Ora la mia ipotesi è che costoro non si svegliano affatto, almeno non nel senso comunemente attribuito al termine. Mi spiego meglio, durante la coscienza di veglia passiamo attraverso diversi gradi di consapevolezza, in alcuni casi siamo più addormentati che svegli, e agiamo piuttosto inconsapevolmente, in altri casi ancora (per esempio in situazione di estrema monotonia) il nostro pensiero sembra vagare quasi come se stessimo sognando. Talvolta si manifestano tutti i segni classici della trance: sguardo fisso e vuoto, corpo immobile (simile alla catalessia). Unitamente a ciò si può verificare il rallentamento — tipico della trance — di determinati riflessi, come la deglutizione e la respirazione (Milton H. Erickson, Ernest L. Rossi, Sheila I. Rossi, Tecniche di suggestione ipnotica, Astrolabio, Roma 1979, pp.287-288).

 

La trance è dunque — oltre ai lapsus e agli "atti mancati" in genere — un'attività piuttosto comune nella vita di ogni giorno. Si verifica ogni qualvolta la nostra attenzione è captata intensamente da eventi interni o esterni: per esempio la lettura di un libro, il tentativo di risoluzione di un problema assillante, l'ascolto della nostra musica preferita, la visione di una film coinvolgente, uno schock, uno stato di profonda confusione. Si tratta di eventi che determinano il depotenziano delle strutture coscienti.

Non mi pare perciò inopportuno ipotizzare un fenomeno di questo tipo di segno opposto durante il sonno.

 

Se dunque è vero che l’inconscio fa irruzione nella vita di veglia con lapsus, dimenticanze, pazzia e allucinazioni, sembrerebbe possibile il processo inverso.

Anche durante il sonno si possono riscontrare differenti livelli di consapevolezza. Non è raro infatti il fenomeno dei falsi risvegli; la persona crede di essersi svegliata, si sente sveglia e consapevole quindi si alza normalmente occupandosi delle sue attività come se tutto fosse normale.

 

Incubazioni e UFO Abduction

I Greci non dubitavano affatto del carattere oggettivo del sogno, e lo rileva lo stesso linguaggio usato: l’uomo greco veniva “visitato” da un sogno, oppure diceva di aver “visto” un sogno. Non diceva mai “ho fatto un sogno” [Carl Alfred, Meier, Il sogno come terapia, Edizioni Mediterranee,  Roma 1987, p. 118]

 

Dall’altronde è noto come fin dall’antichità, presso popolazioni di vario tipo si usasse praticare rituali di incubazione.

“Gli antichi Greci praticavano l’incubazione dormendo in luoghi sacri come i santuari di eroi, certe voragini ritenute ingressi al mondo dei morti e specialmente nei famosi templi di Asclepio a Epidauro, Coo e Pergamo.” [Marco, Fiocchi, Sonno/sogno, in Enciclopedia Einaudi. Società-Tecnica, Vol. XIII, Giulio Einaudi Editore, Torino 1971, p. 104]

 

Si andava in pellegrinaggio nei luoghi di culto in onore di Asclepio (Dio Greco della medicina), dove, durante il sogno avveniva l’epifania del Dio e la conseguente guarigione. Prima dell’incubazione era necessario fare alcuni riti di purificazione, in particolare un bagno purificatorio. Dopo il bagno e le offerte sacrificali si poteva accedere al Kline (da cui prende il nome la moderna clinica) dove i pazienti potevano ricevere il sogno “terapeutico” [Carl Alfred, Meier, Il sogno come terapia, op. cit., pp. 60-61].

 

 

Le terre del Cielo stellato

Prendiamo ora in esame il caso di incontri con creature angeliche così come ci viene raccontato da Emanuel Swedenborg (1688-1772), scienziato e mistico svedese che dal 1736 cominciò a sperimentare visioni, alterazioni della personalità psicosomatica e stati paranormali che lo condussero a una profonda crisi religiosa. Swedenborg scrisse come fu portato da angeli e spiriti a visitare i loro pianeti:

“Chi non conosce gli arcani del Cielo non può credere che un uomo possa vedere Terre così lontane, e raccontarne qualche cosa dietro l’esperienza dei suoi sensi. Ma costui sappia che gli spazi e le distanze, e quindi le progressioni, che esistono nel mondo naturale, sono nella loro origine e prima causa mutazioni di stato degli interiori; che appo gli angeli e gli spiriti tali spazi e distanze e progressioni appariscono secondo queste mutazioni di stato; che così gli angeli e gli spiriti possono, mediante queste mutazioni, essere trasportati apparentemente da un luogo a un altro, e da una Terra in un’altra, anche alle Terre che sono all’estremità dell’Universo.  La stessa cosa è anche dell’uomo, in quanto il suo spirito, il suo corpo rimane ciò nondimeno nel suo posto. Così è stato per me, dacché, mercè la Divina Misericordia del Signore, gl’interiori appartenenti al mio spirito mi sono stati aperti, e in questa guisa mi è stato dato di parlare e conversare con gli spiriti e gli angeli”.

(Emmanuel, Swedenborg, Le terre del Cielo stellato, i loro abitanti, i loro spiriti e angeli, Bocca, Milano, 1944 citato da Corrado, e Roberto, Pinotti, I fenomeni B.V.M., Oscar Mondadori/Arcana, Milano 1990,   p. 156].

 

Quello che mi preme sottolineare è che le mutazioni  di stato sono in primo luogo “mutazioni di stato degli interiori” che permettono di coprire spazi immensi grazie al principio di condensazione e spostamento.  Inoltre come in molti casi di stati alterati di coscienza, racconta che “il corpo rimane ciò nondimeno nel suo posto”, in pratica ammette di non essere stato trasportato fisicamente su questi pianeti, si tratta perciò di una sorta di sogno lucido, oppure potrebbe essere definito un’OOBE (out of the body experienced - fenomeno di esperienza extracorporea)

 

Nella tradizione esoterica il sogno lucido viene chiamato viaggio astrale, viene cioé interpretato come viaggio fuori dal corpo.

A mio parere questo non vuol dire che si sia usciti realmente fuori dal corpo (o almeno non possiamo provarlo scientificamente poiché il fenomeno è profondamente soggettivo e la realtà esterna della veglia viene vista in modo distorto rispetto alla percezione fisica, un po’ come in un sogno, rendendo così pressochè impossibili esperimenti pratici).

D'altronde nel sogno ci trovaimo a muoverci con un "corpo di sogno"...

 

Secondo LaBerge un sogno lucido è caratterizzato da tre componenti:

1. Metacognitiva: "Io"

2. Semantica: "Sto sognando"

3. Volitiva: "Voglio..."

La differenza fondamentale tra un sogno lucido e una OBE starebbe solo nell'interpretazione dell'esperienza: "Sto avendo una esperienza extracoorporea" piuttosto che "Sto sognando".

 

LaBerge inoltre opera una distinzione fra quelli che lui chiama DILT's (Dream Induced Lucid Dreams) e i WILD's (Wake Induced Lucid Dreams). Nel primo caso il sognatore si rende conto di stare sognando e sviluppa un sogno lucido mentre nel secondo caso si verifica un passaggio diretto dalla veglia alla fase REM senza discontinuità di coscienza.

I WILD's hanno parecchie somiglianze con le OOBE's. In entrambi i casi i soggetti dicono di sperimentare vibrazioni, sensazioni elettriche, paralisi, sensazioni di fluttazione o di sprodondamento, caduta nel vuoto, allucinazioni uditive di vario tipo (voci, suoni oppure sibili e ronzii).

 

In pratica la mia ipotesi è questa, la persona nel sonno sogna di svegliarsi. Mi sto riferendo a un fenomeno ben conosciuto, che viene riportato anche da Freud, quando spiega come il sogno nell’adempiere la sua funzione di custode del sonno soddisfa i desideri che premono alla coscienza in forma allucinatoria, creando per esempio un sogno in cui ci si alza per andare a bere.

Come ho già descritto in precedenza, nei casi di abduction la persona si sveglia e in seguito sente la presenza di una entità che risulta essere quella di un alieno.
Ebbene il sogno lucido in molti casi viene scatenato proprio da una esperienza bizzarra che spesso si rivela essere piuttosto sconvolgente.

 

Dunque la successione a mio parere è questa: falso risveglio oppure un Wake Induced Lucid Dream, a cui succede uno choc che fa innescare l’esperienza di sogno vivido e pre-lucido che non viene però riconosciuto come tale, nel senso che gli alieni non vengono riconosciuti come creazioni della propria mente. Dopodiché la persona cerca di risvegliare il compagno di stanza urlando o scuotendolo senza alcun riscontro positivo anche perché si sta ancora sognando, in altri casi ci si sente paralizzati da un raggio che viene inviato dagli alieni, questa sensazione è dovuta alla paralisi corporea propria dello stadio REM che permette appunto il sogno, in altri casi ancora si parla di soul abduction (rapimento dell’anima, intepretazione dell'vento come una OOBE). In ciascuno di questi casi si viene rapiti a bordo di un UFO e trasportati via dalla propria casa per subire una serie di esperimenti di varia natura.

 

Iniziazioni e UFO Abduction

A mio parere ci troviamo di fronte a un moderno rito di iniziazione. L’iniziazione è un fenomeno universale riscontrabile presso quasi tutte le popolazioni, ma là dove essa scompare, la società stessa risulta destabilizzata [Philippe-Emmanuel, Rausis, L’iniziazione, Oscar  Saggi Mondadori, Milano 1997, p. 52] è questa a mio parere la causa della grande diffusione di questi fenomeni.

Siamo evidentemente in un momento di transizione a livello collettivo, tra la vecchia e la nuova realtà, il rito di passaggio che viene a mancare nella società moderna, nelle civiltà primitive consentiva e consente di gestire all’interno di una struttura simbolica, la crisi che si verifica nei momenti cruciali dell’esistenza [Betti,  Marenko, Ibridazioni, Castelvecchi Editore, Roma 1997, p. 78).

 

L’iniziazione tribale viene suddivisa da Arnold Van Gennep in tre fasi: la separazione, la reclusione e infine la gestazione dell’essere nuovo, questi tre momenti vengono definiti da Philippe-Emmanuel Rausis come: “rottura, per il momento di distacco dall’ambiente familiare, chiusura per il periodo di formazione in segreto; investitura per l’ultima fase nella quale l’iniziato si vede investito di un ruolo preciso nel quadro della sua comunità.” [Philippe-Emmanuel, Rausis, L’iniziazione, op. cit., p. 53)

In effetti anche i casi di abduction seguono questo percorso rituale, dapprima il rapito viene trascinato con forza lontano dal luogo dove abita, e nell’iniziazione tribale questo stadio corrisponde al momento in cui l’iniziato viene allontanato dall’area familiare tramite un rapimento violento che presenta appunto lo sradicamento dal mondo dell’infanzia.  [Id., ibid., p. 54]

A questa fase succede quella della chiusura, l’iniziato abbandona la realtà quotidiana per essere catapultato in un mondo completamente sconosciuto, viene infatti  trasportato in uno spazio sacro che spesso si trova in un luogo lontano e solitario come per esempio la foresta [Id., ibid., p. 57].

 

Attualmente esistono ben pochi luoghi solitari, forse l’unico posto rimasto è quello di un’astronave in orbita intorno alla terra, simbolo anche del ventre materno.

 

In molti casi in una sorta di ritorno al ventre materno a cui farà seguito la rinascita “i neofiti devono penetrare in una stretta apertura e soggiornare in un luogo particolare che rappresenta una matrice o un ventre mostruoso”. È anche il caso del rituale Greco di incubazione presso Trofonio, l’incubante dopo aver eseguito i rituali purificatori veniva “vestito con una tunica bianca e avvolto con delle fasce come un neonato. Poi, con una scala, poteva scendere nella caverna sottostante (catabasi). Giungeva con i piedi in avanti e strisciava fino ai ginocchi in un buco strettissimo [...] In mano teneva delle torte di miele per darle ai serpenti che infestavano quella grotta. [...] L’anabasi, ovvero la risalita [...] avveniva anch’essa con i piedi in avanti [...] cosa che ci ricorda significativamente una rinascita” [Carl Alfred, Meier, Il sogno come terapia, op. cit., p. 88] Quello che risulta da questo rituale è che gli incubanti durante il soggiorno nella grotta erano prigionieri della divinità [Id., ibid., p. 95] poiché dovevano attendere finché non avessero ricevuto il sogno terapeutico con la conseguente epifania del Dio.

 

L’UFO può essere inteso anche come il ventre, la grotta dove l’iniziato veniva portato per subire la metamorfosi che presiedeva alla seconda nascita. Gli esperimenti che gli UFOnauti compiono sul rapito fanno pensare a concetti come mutazioni genetiche, innesti, l’inserimento di corpi estranei per la creazione dell’uomo macchina del futuro, che si riscontrano in concetti come il cyborg, nell’uso di droghe psicoattive e di tatuaggi tanto di moda presso la popolazione giovanile. Anche durante l’iniziazione tribale sono presenti temi come “l’ascensione al cielo e l’incontro di spiriti, la discesa agli inferi e l’incontro con anime dei morti, lo smembramento del proprio corpo e la sua ricostituzione normale” [Marco, Fiocchi, Sonno/sogno, op. cit., p. 107] È interessante in relazione ai presunti innesti corporei riportare anche il racconto di un mago della tribù Unmatjera riportato da Spencer e Gillen: “un giorno, da giovane, “vide” venirgli incontro un vecchio mago che gli scagliò addosso delle pietre atnongara (pietre che costituiscono uno dei parafernali dei maghi). Con ciò l’uccise, gli asportò i visceri e abbandonò a terra il suo cadavere per tutta la notte. L’indomani il vecchio tornò sul posto, inserì nel cadavere altre pietre atnongara, lo ricoprì di foglie e vi eseguì sopra un canto. Poi il vecchio ricostituì i visceri dentro il corpo, vi aggiunse nuove pietre e con alcuni colpetti al capo lo resuscitò” [Id., ibid., p. 109].

 

Infine abbiamo l’ultimo stadio che è la seconda nascita dove “l’iniziato viene investito di un ruolo preciso nel quadro della sua comunità” [Philippe-Emmanuel, Rausis, L’iniziazione, op. cit., p. 53]. Solitamente Asclepio il Dio della medicina, richiedeva in cambio della guarigione un prodotto letterario [Carl Alfred, Meier, Il sogno come terapia, p. 97]. Anche i contattati dopo questa esperienza sconvolgente (sempre che non sia inventata), scrivono dei libri e si presentano  in TV per sostenere  le loro tesi, in alcuni casi fondano delle vere e proprie religioni.

 

Mentre per quanto riguarda le stigmate, l’iniziazione tradizionale non prevedeva una dicotomia corpo/mente, anzi, per modificare la mente era necessario eseguire una sorta di chirurgia magica sul corpo, come per esempio la circoncisione, il tatuaggio, l’estirpazione dei capelli, e mutilazioni varie. “I riti di mutilazione, di tatuaggio o di ablazione hanno tutti lo stesso scopo: incidere nella persona, che crede di bastare a se stessa, un’apertura verso l’alterità, operando nell’individuo una sorta di lacerazione” Philippe-Emmanuel, Rausis, L’iniziazione, op. cit., p. 55].

 

Vorrei inoltre far notare che l’alieno standard viene descritto come un essere di bassa statura dalla pelle grigia e squamosa, con grossi occhi sporgenti senza sopracciglia, una piccola fessura la posto della bocca e due buchi al posto del naso, in pratica si presentano come una razza che discende dai rettili.

Ebbene il dio Greco Asclepio oltre alla sua immagine abituale di uomo poteva assumere l’aspetto di un serpente, in riferimento alla capacità del serpente di ricambiare la propria pelle. Ci ricolleghiamo qui ai concetti di metamorfosi, mutazione genetica ed evoluzione.

 

Sembrerebbe che l’uomo nella società globale abbia un hardware ormai obsoleto, secondo alcuni “guru del virtuale” la razza umana deve perciò liberarsi dalla sua prigione biologica mutandosi in una nuova specie che potremmo definire extraterrestre, una specie mutante che deve subire una metamorfosi per poter sostenere la trasformazione in atto. Un'essere cyborg.

L’alieno con la sua insensibilità, rappresenta l’uomo-macchina del futuro.

Secondo Stelarc, un esponente della body art cibernetica “il corpo dev’essere svuotato, indurito e disidratato, e le sue interiora gettate via in modo da trasformarlo in “un ricettacolo migliore per la tecnologia” [Mark, Dery, Velocità di fuga, op. cit., p. 182]

 

I piccoli esseri grigi sono inoltre esseri asessuati, e per questo ci ricordano l’attuale  tendenza nella società post-moderna a rendere permeabili i confini tra i due sessi (basti pensare a tutto il discorso sull’identità in rete).

 

L'esponente del ciber-femminismo Donna Haraway (Donna, Haraway, Manifesto Cyborg. Donne, tecnologie e biopolitiche del corpo, Feltrinelli, collana Interzone, Milano 1995) potrebbe definirli esseri cyborg, ovvero un "nuovo genere  che non si caratterizza più per il suo essere uomo o donna, uomo o macchina, ma sintesi postmoderna di una nuova forma di soggettività che, in quanto sganciata dalla storia delle opposizioni storiche uomo/donna, uguale/diverso, può fondare le regole di una nuova comunità." [Paolo, Ferri, “Apocalittici o integrati”, in AA.VV., Internet e le muse, Associazione culturale Mimesis, Milano 1997, p. 104).

 

Mi rendo conto che si tratta solamente di ipotesi che vanno prese con il beneficio dell’inventario. Si sarebbe potuto spiegare il fenomeno differentemente, se l’ho voluto decifrare in termini che potrebbero essere definiti Junghiani, è perché mi sembravano in questo caso efficaci.


 
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