"Inizio: All'inizio stringo la mano nel modo normale. Il 'contatto ipnotico' comincia dopo, quando la lascio libera. In quel momento una stretta vigorosa si trasforma in un delicato contatto con il pollice, un lento distacco del mignolo, uno sfiorare debolmente col medio la mano del soggetto in modo da provocare una vaga percezione appena sufficiente ad attrarre l'attenzione. Quando il soggetto si accorge del contatto del pollice, si dà un colpetto con il mignolo; quando l'attenzione del soggetto si rivolge a quest'ultimo, si tocca con il medio e poi di nuovo con il pollice. [...] Il ritiro dalla stretta delle mani da parte del soggetto viene impedito da questo richiamo dell'attenzione che struttura un atteggiamento di attesa, una aspettativa.
Subito dopo, ma non contemporaneamente (per assicurare un distinto riconoscimento neurale), si tocca la superficie inferiore della mano (polso) così delicatamente da suggerire appena una spinta verso l'alto. Questa è seguita da un tocco altrettanto leggero verso il basso, poi interrompo il contatto in modo così graduale che il soggetto non si accorge del momento esatto in cui ciò avviene: la sua mano non si alza né si abbassa, rimane catalettica. A volte do anche un colpetto lateralmente e al centro, e in tal caso la mano è anche più rigidamente catalettica.
Conclusione: Se non si desidera che i soggetti sappiano ciò che si è fatto, basta distrarre la loro attenzione con qualche osservazione appropriata e concludere casualmente. Qualche volta essi replicano: "Che cosa ha detto? Mi sono distratto per un momento e non ho prestato attenzione a niente". Ciò disturba leggermente i soggetti ed è indicativo del fatto che la loro attenzione era talmente concentrata sulla particolare stimolazione della mano da essere momentaneamente in uno stato di trance e da non sentire ciò che veniva detto.
Utilizzazione: Qualsiasi utilizzazione conduce a un approfondimento della trance, ma tutte dovrebbero procedere come una continuazione o estensione della procedura iniziale. Molte possono essere condotte in maniera non verbale. Per esempio, se qualcuno mi guarda fisso, io posso abbassare lentamente lo sguardo facendo in modo che guardi la mano che gli sto toccando, come per dire: "Guarda quel punto" Ciò intensifica lo stato di trance. Poi sia che i soggetti guardino me o la loro mano o fissino il vuoto, si può toccare con la mano sinistra la loro mano destra sollevata, sopra o lateralmente, finché venga data la suggestione di un movimento verso il basso. A volte può essere necessario dare un colpetto o una spinta verso il basso. Se occorre farlo con una certa energia, ciò prova l'esistenza di un'anestesia.
Alcuni colleghi non mi stringono la mano se prima non li rassicuro, dato che quando ho usato con loro questa procedura hanno sviluppato una forte anestesia. Stringevo loro la mano, li guardavo negli occhi, lentamente ma rapidamente immobilizzavo lo sguardo su un punto lontano dietro di loro. Quindi toglievo adagio e impercettibilmente la mano dalla loro e lentamente mi spostavo di lato, fuori dalla loro visuale diretta. [...]
Con un leggero colpetto viene data alla mano destra sollevata (ora catalettica nella posizione della stretta di mano) la suggestione di un movimento verso il basso. Contemporaneamente si tocca delicatamente con l'altra mano la sinistra del soggetto, indicando un movimento verso l'alto. Quindi, si fa in modo che la mano sinistra si sollevi e la destra si abbassi. La destra si fermerà quando arriverà in grembo. Il movimento verso l'alto della sinistra invece può fermarsi o continuare. Probabilmente io darò un altro colpetto per dirigere la mano verso il suo viso e fare in modo che si tocchi un occhi. Ciò provoca la chiusura degli occhi ed è molto efficace per indurre una trance profonda senza che sia stata detta una sola parola. [...] Questo movimento verso l'alto è accentuato dal fatto che egli respirava all'unisono con me e che la mia mano destra ha dato un colpo verso l'alto alla sua mano sinistra nel momento in cui egli iniziava una inspirazione. Un ulteriore rinforzo è costituito da qualunque visione periferica che gli permetta di notare il movimento verso l'alto del mio corpo quando inspiro e sollevo lentamente il corpo e la testa in alto e indietro, quando do alla sua mano sinistra quel leggero tocco verso l'alto. [...]
La stretta di mano non è altro che un contesto che permette a Erickson di entrare in contatto con una persona e che egli in seguito utilizza per convogliare l'attenzione all'interno e strutturare la situazione adatta allo sviluppo di una trance. [...] Poi, quando lascia la loro mano, gli inattesi contatti provocano una momentanea confusione e la loro attenzione si concentra rapidamente sulla loro mano. A questo punto i soggetti 'resistenti' potrebbero ritirare la mano e porre fine alla situazione, mentre quelli disponibili a un'esperienza di trance proveranno curiosità per ciò che avviene. La loro attenzione è fissata ed essi rimangono aperti e pronti per ulteriori stimoli direttivi. I contatti direttivi sono così leggeri e insoliti che i soggetti non hanno la possibilità di riconoscerli e valutarli: essi hanno ricevuto una rapida serie di suggerimenti non verbali tendenti a fermare la loro mano in una certa posizione." (Milton H. Erickson - Ernst L. Rossi - Sheila I. Rossi, Tecniche di suggestione ipnotica, Astrolabio, Roma 1979, pp. 141-144)