Catalessi Nella trance spontanea o nella comune trance quotidiana si possono verificare autonomamente dei fenomeni di catalessi come per esempio in una situazione insolita, di spavento (come per gli animali quando sono in pericolo di vita), oppure in un momento di fissazione dell’attenzione nel tentativo di cogliere un messaggio esterno oppure di ragionare intorno a un problema, in generale nei momenti di grande concentrazione. La posizione catalettica corrisponde sul piano cognitivo a una equivalente fissazione del pensiero di immobilità o vuoto in cui la persona è disponibile e ricettiva a suggestioni che tenderà a eseguire in modo automatico poiché durante lo stato di trance spontanea esiste come spiega Bernheim "una peculiare disposizione a trasformare l’idea ricevuta in un’azione" aggirando l’inibizione dell’Io cosciente così che "Quando la mente si frappone, si trova già di fronte a un atto compiuto, che viene spesso registrato con sorpresa" a ciò consegue una situazione di irrealtà e di dissociazione.
Per riassumere: "La catalessi viene facilitata da qualsiasi procedimento che 1) blocchi l’attenzione e 2) porti una progressiva immobilità del corpo accompagnata da 3) un atteggiamento interiore di ricerca, ricettività e aspettativa di ulteriori stimoli direttivi da parte del terapeuta." (p. 53 L’esperienza dell’ipnosi) Quindi durante tale procedimento si seguono i vari passaggi canonici dell’induzione ipnotica: • Fissazione dell’attenzione • Depotenziamento degli abituali schemi di riferimento e sistemi di credenze • Ricerca inconscia • Processo inconscio • Risposta ipnotica Ciò che fa una tecnica di confusione come l’induzione per stretta di mano è la focalizzazione dell’attenzione del cliente il quale viene preso dalle sue sensazioni interne e dal suo dialogo interno (si chiederà che cosa sta succedendo, che cosa vuole che io faccia) e potrà essere piacevolmente confuso da tutto ciò (ricerca inconscia). La guida potrà essere a livello puramente non verbale. "Nel momento in cui Erickson comincia a rilasciare la mano in quel modo delicato, incerto, il soggetto guarda spontaneamente il viso e gli occhi di Erickson per avere una risposta alla domanda che sta sorgendo in lui: che cosa sta succedendo? A questo punto Erickson aumenta la confusione focalizzando lo sguardo su un punto alle spalle del soggetto. Alla vana ricerca di un contatto di sguardi, il soggetto ha la particolare sensazione di non essere visto, di essere ‘attraversato dallo sguardo’, e le domande si moltiplicano, mentre la confusione riguardo alla situazione aumenta. A questo punto Erickson accresce ulteriormente questa confusione borbottando qualcosa d’incoerente [...] In quel preciso momento il soggetto è sospeso in una totale, concentrata e indagatrice attenzione, Erickson impartisce una suggestione chiara, concisa e chiarificatrice, che sarà afferrata dal soggetto come mezzo per porre fine allo scomodo stato d’incertezza." (pp. 75-76)
Stretta di mano Piacere, io mi chiamo... (nel momento in cui l'altro porge la mano) si afferra la sua mano e con la nostra mano sinistra la solleviamo (prendendola dal polso) vicino al suo viso, e con l'indice destro indichiamo la palma della mano.
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